Folorunsho si è ripreso il Bari in tre partite: così il tuttocampista ha fatto ricredere tutti

Michael Folorunsho Bari

Gli sono bastate tre partite per mettere da parte ogni dubbio da parte dei tifosi ancora scettici che lo avevano riaccolto a Bari. Storia di Michael Folorunsho, autore di due reti nelle prime tre partite ufficiali giocate in biancorosso nella stagione 2022/23. Il destro dai 25 metri nella notte di Parma fa la somma con il colpo di testa che aveva avviato la rimonta di Coppa Italia sul campo del Verona. Due indizi che valgono una prova: Folo è tornato per essere al centro del Bari.

 

 

Folorunsho e Bari, due anni dopo è cambiato un mondo

D'altronde il centrocampista classe 1998, nato a Roma con origini nigeriane, non aveva avuto alcun dubbio nel risposare la causa Bari nonostante una prima volta non fortunata in Puglia: stagione 2019/20, Folorunsho arrivò in prestito dal Napoli - che lo aveva acquistato per un milione di euro dalla Virtus Francavilla - ma non incise: colpa di un ko al menisco in ritiro e di una sintonia mai sbocciata con Cornacchini prima e Vivarini poi. Risultato? 15 presenze, due sole da titolare, nessuna partita completata e zero reti. Due anni dopo, Folo è tornato e non ha nascosto le sue intenzioni: "Questa è una sfida personale e punto anche a far ricredere qualcuno sul mio conto - aveva sottolineato nella conferenza stampa di presentazione - penso di essere maturato anche perché la prima esperienza di Bari calcisticamente è stata negativa ma mi è servita dal punto di vista umano". Voce di chi nell'ultimo biennio in B tra Reggio Calabria e Pordenone ha segnato 11 reti, cambiando anche posizione: da mezzala a trequartista.

 

  

Arma tattica per Mignani: interno con licenza di calciare

Quell'evoluzione ha fatto di Folo, come i compagni lo chiamano, un'arma tattica già indispensabile per Mignani. Che lo ha scelto per tre volte da interno sinistro nel 4-3-1-2. Con licenza di stringere, calciare e provare a saltare l'uomo. A Parma aveva anticipato quel prodigio dai 25 metri, un destro fortissimo sul quale Chichizola non ha potuto far altro che abbozzare un tuffo e osservare il pallone che si depositava in rete, con una serpentina a sinistra: slalom, tunnel su Del Prato e chiusura di Romagnoli in area di rigore. "Ha segnato un gran gol - ha detto di lui l'allenatore - i compagni hanno costruito bene e lui l'ha finalizzata in maniera perfetta. Era difficile prendere quel tiro". Più che difficile, impossibile. Ma Folo, l'uomo che esulta mimando una maschera e prendendo la mira, ha nel suo destro un proiettile che sa far male.

 

 

Dalla panchina di Coppa con la Lazio al sogno Serie A

"Non voglio pensare a quanti gol farò io ma a quanto potrò fare bene per la squadra: gol, assist e prestazioni verranno da soli" era stata la promessa di inizio agosto a Bari e al Bari. Sarà, ma la sensazione è che la possibilità di superare il record personale di marcature stagionali - 6 due anni fa con la Reggina - sia alla portata. Sullo sfondo c'è quella voglia di Serie A mai sopita. Lecito sognarla quando il tuo cartellino è di proprietà del Napoli, giochi in un club ambizioso e quella dimensione l'hai già sfiorata. Anno 2017, Biglia si fa male alla vigilia di un Inter-Lazio di Coppa Italia e Simone Inzaghi, all'epoca allenatore biancoceleste, lo aggrega alla prima squadra per la panchina: "Un'emozione bellissima, ci credevo a stento - raccontava Michael all'epoca - non avevo ancora la testa da giocatore, quando arrivi a quei livelli devi farti trovare pronto e maturo, purtroppo non lo ero". Ora la maturità lo accompagna in ogni giocata. E a Bari lo hanno capito dopo sole tre partite.

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