Fiorentina, Simeone: "Tutti vorrebbero essere allenati da mio padre"
Soltanto due gol fin qui nelle prime dodici giornate di campionato. Non certo il bottino che i tifosi si aspettavano da lui, non certo il risultato che Giovanni Simeone avrebbe voluto da se stesso. Già, l'attaccante della Fiorentina sta facendo davvero fatica a decollare in questa stagione, dove Pioli continua a concedergli fiducia senza però che l'argentino sia riuscito a sbloccarsi definitivamente. L'ultimo gol risale al 19 settembre scorso, alla trasferta di Marassi contro la Sampdoria. Da quel momento in poi un digiuno lungo otto gare.
A consolarlo la nazionale argentina, con cui ha esordito lo scorso settembre senza mai essere escluso dalle scelte di Scaloni: "L'obiettivo di quest'anno era arrivare in nazionale e ci sono riuscito - ha raccontato il Cholito in esclusiva ad As - ora voglio restarci (90' in panchina nell'ultima partita contro il Messico). Adesso il mio sogno più grande è quello di giocare in Champions League".
Per la Fiorentina non sarà facile accontentarlo: "Anche perché siamo la squadra più giovane d'Europa - ha puntualizzato - lottiamo con voglia e fame, vogliamo arrivare in Europa League - quando avevo dodici o tredici anni mi sono tatuato lo stemma della Champions League. Il giorno in cui ci giocherò e farò un gol, bacerò quello stemma“. Idee chiare, dunque. Un po' meno sul suo futuro, che spesso qualcuno accosta a quello del padre: "Lo considero un grandissimo allenatore, da giocatore dico che è fra i migliori al mondo. Tutti vorrebbero essere allenati da lui!". Amore di...figlio.