Muriel e Quagliarella, di nuovo loro. Coppia gol anche da avversari
Si gioca al Franchi, ma sembra di essere a Marassi. Hanno due maglie dai colori diversi, ma pare non essere cambiato niente da quando giocavano insieme. Muriel e Quagliarella, parte seconda. Se l’oscar da migliore attore protagonista si potesse smezzare, le due metà verrebbero assegnate a loro. Sei gol nel fantastico thriller “Fiorentina-Sampdoria 3-3”, quattro dei quali segnati dal colombiano e da un “ragazzo” che fra qualche giorno spegnerà 36 candeline.
“Se mi stupisce? Alla Samp correva molto più di me. E io avevo otto anni in meno”. Perché Muriel è fatto così. Genuino, sincero. Anche se, al suo debutto in viola, ha corso eccome. 30 metri palla al piede per il primo gioiellino, 70 per il secondo. Massimo comune denominatore i due avversari saltati e i diagonali che non hanno dato scampo ad Audero. Oltre alle braccia alzate verso il settore ospiti, a chiedere scusa ai suoi ex tifosi.
Lo hanno applaudito anche loro quando ha lasciato il campo. Solo nove partite da titolare a Siviglia, non poteva avercene per 90’. Stadio in piedi, Pioli che sorride e ripensa a quello che gli ha detto a Malta: “Sei l’unico giocatore che mi ha ricordato Ronaldo”. Non CR7, ma il Fenomeno. Una vita passata con il peso di questo paragone. Un pomeriggio in cui lo è stato per davvero.
“Per lui ho un debole, l’ho amato. Glielo dicevo sempre: ‘Guarda Luis, che ti meriti un futuro molto più grande rispetto a quello che ti potrebbe dare la Samp”. Parole e musica di Giampaolo. Lo coccola nel tunnel, ci scherza quando il colombiano ad inizio partita cade proprio sotto la sua panchina: “Ti sei buttato eh” sembra dirgli. Stretta di mano, pacca sulle spalle e tanti sorrisi. Perché fra loro due è sempre stato così.
Fin dal 2016, fin da quando è arrivato a Genova. 4-3-1-2 il modulo, Muriel e Quagliarella la coppia offensiva. 25 gol in due il bottino, poi Luis che va in Spagna e Fabio che rimane. Il primo che fatica con il Siviglia, il secondo che riscrive record nonostante l’età che passa: 14 gol segnati in 19 giornate, nove nelle ultime dieci. A Roma non l’ha potuto fare, causa panchina.
Sono dieci partite che va a segno. Gli manca ancora una fatica per raggiungere le 11 gare consecutive con gol. Il record appartiene a uno che il Franchi lo conosce molto bene, un certo Batistuta. Nessuno riesce a fare meglio di lui e del suo primato, che dura dal ’94, da quando batté Ezio Pascutti segnando proprio alla Samp.
Giochi del destino. Come Quagliarella che si prende la scena quando Muriel lascia il palco. Due gol nel giro di quattro minuti. Contro la Fiorentina, lui che con il viola addosso ha giocato nel 2002. La squadra si chiamava Florentia Viola, era appena fallita e si presentava come la miglior palestra possibile per un ragazzino affamato e che aveva appena esordito in Serie A con il Torino.
Lo ha fatto nel 2000 Fabio, un anno dopo la nascita di Lafont, che oggi ha bucato per due volte. L’anno stesso in cui Bati lasciò Firenze, destinazione Roma. Le prossime due partite della Samp? Udinese e Napoli. Contro due ex, contro la sua città. Insomma, potrebbe battere il record proprio al San Paolo, lo stadio dei suoi sogni. Che prima lo ha amato, poi odiato e infine amato nuovamente. Perché la vita è strana, imprevedibile. Come due ex compagni che, da avversari, si ritrovano a fare quello che è sempre riuscito ad entrambi: segnare. Luis e Fabio, ritorno al… passato. Ma con lo sguardo al futuro, che significa Europa. Lo stesso obiettivo di Fiorentina e Sampdoria.