Cutrone, pazza voglia di tornare
Il suo aereo è atterrato con qualche minuto di ritardo. La nebbia lo ha costretto a sorvolare i tetti di Firenze per un po'. Gli occhi riflessi nell'obló possiamo immaginarli impazienti, perché Patrick non vedeva l'ora di mettere piede sulla pista di Peretola. Rieccola l'Italia, che solo sei mesi prima aveva dovuto lasciare. Era fine luglio ed era appena rientrato dalla tournée americana con il Milan. Volto cupissimo: "Se sono deluso? Beh, avete visto anche voi...", le sue parole a Malpensa prima di imbarcarsi destinazione Regno Unito. Dieci anni in rossonero, mica facile dire addio.
Anche perché Lonely Planet ha eletto Wolverhampton la città più brutta d'Europa. La squadra va, ma Nuno Espirito Santo in attacco preferisce Raul Jimenez e Diogo Jota. I tifosi amano Patrick: "He loves the pizza, he loves the pasta, the lad’s fucking magic", gli cantano. Lui però gioca solo tre volte da titolare in Premier. In più gli manca la famiglia. Fino a quel momento viveva con i suoi a Parè, poi si è dovuto accontentare di vederli solo sul tatuaggio che si è fatto fare al braccio. Ne ha due, sull'altro ci sono i nonni.
Va da sé quanta voglia avesse di tornare. Lo hanno ammesso i suoi occhi a Peretola. Da Fanfani, dove ha sostenuto le visite mediche, si è presentato a ciascun dottore, perché si sente di nuovo a casa. Commisso non ha mai speso così tanto per un giocatore. Il record apparteneva a Pedro (QUI le cifre), che doveva essere l'uomo del gol. Non lo è stato però, per questo la Fiorentina ha puntato sulla fame di Cutrone. Quella che ha conquistato Mirabelli quando Patrick si incavolava dopo un gol sbagliato in allenamento. È fatto così. Con il Milan ha segnato cinque doppiette perché non si accontenta mai. Ha imparato a farlo durante le partitelle all'oratorio, oppure quando a casa costringeva nonna Mafalda o Giuseppina a parare i suoi tiri.
Finalmente protagonista
Un carattere che sicuramente piacerà a Iachini. Alla Fiorentina c'è lui adesso, non più Montella, ovvero il primo allenatore a puntare su di lui. Il primo a portarlo in ritiro con i grandi nell'estate del 2016 e a farlo esordire in A contro il Bologna nel maggio 2017. Il primo a festeggiarne un gol: terzo turno preliminare di Europa League, a San Siro ci sono 65mila persone. Non tanto per il Craiova, avversario di turno, quanto per celebrare una campagna acquisti faraonica. Una pioggia di milioni spesi, ma la stella più bella è quella di un ragazzo di appena 19 anni. Che ama il gelato Nutella e cocco, che guarda i video di Van Basten e Weah e che in camera ha i poster di Inzaghi e Borriello.
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Vive per il gol insomma: "In Italia preferiscono gli stranieri ad un ragazzo di 20 anni", commentava amaro dopo l'addio al Milan. André Silva, Kalinic, Higuain, Piatek e Leao. In rossonero non è mai stato la prima scelta. Ora Firenze e la Fiorentina per dimostrare che si può puntare anche su di lui. Che ha perso l'Italia per qualche mese, ma non la fame. Quella c'è sempre. Anzi, è ancora più forte.