Ciao "Ciccio". Firenze piange lo storico giornalista Sandro Rialti
Aveva compiuto da qualche giorno 69 anni. Alessandro Rialti, per tutti "Ciccio", ci ha salutato oggi. Un ictus lo ha portato via da noi e dai suoi cari. Firma del Corriere dello Sport, ha raccontato per decenni la Fiorentina, il suo grande amore. Lo ha fatto: "Con passione e calore, vivendo in prima persona la storia viola e della città", come ha ricordato il club gigliato nel dargli l'ultimo saluto. Per capire la grandezza del personaggio basta vedere le foto utilizzate per rendergli omaggio. Sono sei, troppo poche per chiudere un cerchio così grande. La prima lo ritrae seduto ad un tavolo. Sopra le copie del Corriere, davanti a lui Rocco Commisso. Chissà cosa si saranno detti. Il nuovo presidente gli avrà promesso amore e dedizione per la sua creatura, che sentiva come una terza figlia. Forse avranno scherzato pure sul terzo scudetto, che Sandro diceva - scherzando, ma non così tanto - di sognare.
Scorrendo il ricordo fotografico scelto dalla Fiorentina c'è anche una foto insieme a Mutu, seguito da un'intervista a Prandelli, colui che lo ha riportato a vivere le magiche notti europee di Champions dopo l'incubo del fallimento. C'è Frey, c'è Batistuta (lui sì che gli ha fatto sognare il tricolore), c'è anche un giovanissimo Chiellini, che in viola ha esordito in Serie A quando aveva appena 20 anni. Sandro seguiva tutto da vicino, in casa e trasferta. Anche quando i viaggi erano lunghi e i chilometri cominciavano a farsi sentire.
Sandro è volato via nel silenzio di questi giorni, che sicuramente non gli saranno piaciuti. Amava la gente, stare in mezzo ai tifosi. Uscito dalla sala stampa del Franchi attraversava la strada ed entrava al Bar Marisa, da sempre punto di ritrovo dei tifosi viola. Con loro beveva e mangiava, chiacchierava e scherzava. Rideva e discuteva: "Glielo dico io, non ti preoccupare", li rassicurava. Ragionava un po' così, perché Rialti poi non si faceva problemi con giocatori, allenatori, direttori e presidenti. Lo sa bene Pradè, lo sa benissimo Montella, con cui si è scontrato un paio di volte sempre nel massimo rispetto.
Poi finiva lì. A conferenza terminata, tutti amici come prima. Era giusto così. Con i fiorentini funziona così. E lui era il più fiorentino di tutti. Ciao Ciccio, l'Italia e la tua Firenze torneranno a ridere, a discutere e ad abbracciarsi per strada. Proprio come piaceva a te.