Oltre l'Ajax, dentro il Feyenoord: viaggio nell'Olanda del futuro

Quando l’Ajax va in gol, Jon Heitinga fa segno ai suoi giocatori di non esagerare con i festeggiamenti. È pur sempre De Klassieker, è pur sempre in casa del Feyenoord. Lunedì pomeriggio, campionato Under 19. Eppure, lo Sportcomplex Varkenoord, centro di allenamento della squadra di Rotterdam, trabocca di tifosi.

Quasi tremila (in tribuna c'è anche l'ex Van Hooijdonk), distribuiti tra le piccole tribune e la ‘curva mobile’, che cambia lato del campo con il portiere dell’Ajax per rendergli la vita difficile tra cori e fumogeni. Diavolerie ultras (senza trascendere nell’incivile), atmosfera di un’altra categoria.

Ma questo è il Feyenoord, questo è il calcio olandese, ci spiega nel post partita Achraf El Bouchataoui, vicecapitano dell’U19. “Gioco qui da 13 anni e sono cresciuto in mezzo all’entusiasmo delle persone: per noi ragazzi è una grande spinta e un motivo d’orgoglio. Cornici come quella di oggi sono la normalità”.

Ad avercene, nel nostro campionato Primavera. Ajax-Juventus, il trionfo di un movimento che stasera sfida il Tottenham in semifinale di Champions, nasce dalle piccole cose. Anche lontano dall’Ajax, anche quando è l’Ajax, con la sua proverbiale Youth Academy, a perdere 5-3.

Man of the match, El Bouchataoui con una doppietta: l’attesa era per Unuvar Naci, astro nascente dei Lancieri, ma la copertina se l’è presa lui. “Oggi giustamente si parla di loro perché sono arrivati fin lì in Europa”, continua il centrocampista in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. “Ma abbiamo grandi giocatori anche nelle giovanili del Feyenoord, lo vedrete nei prossimi anni.

Sorrisetto alle telecamere, disinvoltura di chi è stato già preparato a certi palcoscenici. Qui in Olanda abbiamo tutto quello che ci serve. Ottime strutture e grande attenzione a noi giovani: ci aiuta tanto poter contare su un allenatore come il nostro. Un esempio per tutti e un grande conoscitore del calcio europeo”. Alias, Dirk Kuyt. Vicecampione del mondo nel 2010, come Heitinga. Eppure, per entrambi nessuna paura di partire dalla panchina dell’U19 (terza selezione, dopo i professionisti e gli Jong) della squadra dove sono cresciuti.

 

Due club, due identità ben distinte (tra Van Persie e De Ligt, capitani di Feyenoord e Ajax, ci sono 16 anni di differenza), un'unica cultura calcistica che abbraccia tutto il paese. Quella dei bambini che giocano a pallone con le famiglie a due metri dalla partita. E quella dei giocatori in campo.

A pochi minuti dal 90’, il terzino del Feyenoord viene toccato duro. Il fallo è brutto e a palla lontana: reazione contro l’avversario? Zero. Solo un gesto d'esultanza, per i secondi preziosi guadagnati per la sua squadra. Il pubblico si alza in piedi e noi lo seguiamo. Dall’Olanda e dal futuro, lezioni di calcio e di civiltà.

 

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