Quando il calcio incontra la moda: Fedor Sneaks, il reseller di fiducia del calcio inglese
A 17 anni, per molti, l’età adulta è solo un mondo lontano. Non per Fedor: ci accoglie in videochiamata da camera sua, vestiti comodi e un sorriso stampato sul volto che nasconde uno dei reseller di sneakers più famosi in Inghilterra. “Ho sempre sognato di fare il calciatore, e sono ancora tesserato con il Barnet (club professionistico di quinta divisione inglese, ndr), poi però mi sono rotto il tendine d’Achille. Prima vendere scarpe era solo un hobby, le procuravo ad amici e familiari: dopo l’infortunio, ho iniziato a prendere il business sul serio”.
Per i tanti clienti che lo contattano quotidianamente su Instagram e WhatsApp si chiama Fedor Sneaks: “Rispondo a tantissimi messaggi ogni giorno, da quando mi sveglio a quando vado a dormire. Poi ordino le etichette da preparare per le consegne, incollo e spedisco, oppure, se ho tempo o un cliente vuole incontrarmi, consegno l’acquisto personalmente”.
IL RESELLING: DA PASSIONE A LAVORO
Fedor lavora nel mondo del reselling: compravendita di sneakers, soprattutto, ma anche vestiti e accessori di marche di lusso o alla moda. “Adesso vendo di tutto, dalle scarpe alle borse, ma è iniziato tutto con le sneakers. Poi, con il tempo, alcuni clienti hanno iniziato a chiedermi degli outfit da abbinare a ciò che vendevo e così ho ampliato il mio catalogo”.
Ma com’è nata la passione per il reselling? Grazie a YouTube: “Quando avevo 10-11 anni guardavo youtuber americani con le loro grandi collezioni di scarpe. Un giorno capitai su un video che spiegava come potersi permettere certe sneakers tramite il reselling: ne ho tratto ispirazione e motivazione e ho deciso di provarci”. Pronti, via: dalle merendine vendute a scuola alle code chilometriche fuori dai negozi per assicurarsi gli ultimi modelli di scarpe (“L’attesa più lunga? 18 ore, ma conosco persone che sono state in fila 4-5 giorni”), Fedor in poco tempo si è conquistato un posto nel mondo del reselling: “A 13 anni ho partecipato al mio primo evento di scarpe a Londra, Crepe City. Ogni rivenditore londinese aveva il suo stand dove vendere e scambiare i propri prodotti, compreso me. Arrivai a guadagnare migliaia di sterline: per essere così giovane fu incredibile”.
LA MODA INCONTRA IL CALCIO
E il resto è storia: Fedor Sneaks è diventato uno dei reseller più stimati d’Inghilterra, tanto da attirare l’attenzione del mondo del calcio: oggi, Fedor è il rivenditore di fiducia di tantissimi giovani talenti inglesi, soprattutto quelli della sua squadra del cuore: il Chelsea. “È iniziato tutto con Marcel Lavinier (ex primavera del Chelsea, oggi al Tottenham, ndr): aveva bisogno di un paio di scarpe in edizione limitata e un mio amico ci mise in contatto. Non ci volli guadagnare soldi, ma chiesi di essere sponsorizzato sui profili social: grazie a lui iniziò a seguirmi Billy Gilmour (classe 2001 del Chelsea in prestito al Norwich, ndr) e iniziò a comprare da me anche lui. Così, un passo alla volta, mi sono fatto conoscere tra i talenti più giovani, fino a raggiungere anche giocatori di prima squadra. Il primo è stato Emile Smith Rowe (classe 2000 dell’Arsenal, ndr), poi Aaron Wan Bissaka: in quel periodo stava per trasferirsi dal Crystal Palace al Manchester United e aveva bisogno di vestiti prima di partire. Glieli portai quella sera stessa: la mattina dopo era a Manchester a firmare vestito con i miei prodotti”.
Per i propri clienti, Fedor è disposto a tutto: da consegne notturne (“Jordan Ibe mi chiamò alle 3 di notte chiedendomi di andare a casa sua per provare dei vestiti: gli ho portato tutto quello che avevo, sono ripartito alle 5 di mattina”) fino a veri e propri viaggi verso altre nazioni: “Una volta mi scrisse per un paio di sneakers Karamoko Dembele (talento classe 2003 del Celtic, ndr). Ne aveva bisogno in fretta e pensava che gliele spedissi, ma io volevo portargliele personalmente fino in Scozia per conoscerlo e farmi la foto con lui. Il viaggio da Londra in treno durava più di 5 ore: decisi di fermarmi a dormire vicino Manchester da un amico e ripartire la mattina dopo per arrivare in tempo. Arrivato in stazione annunciarono che il treno era stato cancellato per un guasto: dovetti cambiare tragitto e ci impiegai altre 5 ore per aggirare il problema. Dembele era in partenza, arrivai a Glasgow appena in tempo per la consegna; poi per tornare a casa ho dovuto aspettare l’una di notte. Ci ho impiegato 2 giorni interi, ma ne è valsa la pena”.
LA PASSIONE PER IL CHELSEA
Se gli affari vanno bene, da tifoso questa è certamente la migliore stagione della vita di Fedor: il suo Chelsea si è laureato Campione d’Europa a maggio e ha conquistato la Supercoppa Europea ai rigori contro il Villarreal. E in entrambe le occasioni, Fedor era presente per sostenere i suoi idoli: “La finale di Champions? I 2 giorni più belli della mia vita. Sono stato invitato allo stadio da uno dei main sponsor del Chelsea: ho volato con la squadra, sono stato nel loro stesso hotel, ho anche tenuto la Coppa in mano. Ho incontrato tutti: conoscevo già personalmente 3 giocatori (Mason Mount, Billy Gilmour e Reece James) quindi è stato più facile relazionarmi. Poi ho conosciuto anche Roman Abramovich”.
Non poteva assolutamente mancare neanche l’11 luglio, a Wembley: Italia e Inghilterra si spartivano il titolo di Campioni d’Europa. Per noi un giorno passato alla storia, più agrodolce invece per i tifosi inglesi; ma non per Fedor: “L’atmosfera allo stadio era incredibile. Sopra di me vedevo il Principe William e Boris Johnson con la maglia dell’Inghilterra, lo stadio era pienissimo: era inevitabile pensare che fosse la volta buona. Ma in realtà la sconfitta non mi è pesata troppo: sono un tifoso del Chelsea più che della Nazionale, per cui ero contento di veder trionfare due Blues come Jorginho e Emerson”.
Adesso Fedor ci saluta: deve tornare a fare il suo lavoro rispondendo ai tanti messaggi dei clienti lasciati in sospeso e progettando il futuro del proprio business. E chissà se un giorno lo ritroveremo a fare affari anche in Italia: “Sì, ho pensato di espandermi oltre l’Inghilterra: è difficile, ma sto studiando un modo…”
Intervista a cura di Michele Cappello
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