Febbre da Spal: un giorno (e una notte) a Ferrara, la città dei sogni
Qui vanno tutti...alla Spal. Come andassero al cinema o a teatro. Lo stadio già non basta più, presto verrà ampliato a dodicimila posti prima e sedicimila poi, le spese (circa 3 milioni) saranno coperte in gran parte dai Colombarini, gli uomini della riscossa. 4 anni fa, i "Vetroresina" erano proprietari della Giacomense, in C2, acquisirono il vecchio logo della Spal fallita e portarono il loro numero di matricola a Ferrara, trasformandola nella squadra che oggi comanda la B e sogna la A dopo 51 anni. Il centro sportivo, quello che lo storico presidente Mazza costruì con la vendita di Capello, è stato rimodernato con nuovi campi sintetici, più di 1 milione destinato (sempre dai Colombarini) a una struttura che pochi hanno in questa categoria. Ancora meno possono vantarsi di ricevere le cicliche visite in azienda di Roby Baggio, anche ieri passato a salutare padre e figlio Colombarini, legati da un'amicizia comune, storie di caccia e dipinti.
Non sarà Baggio il presidente della Spal, basta e avanza Mattioli che sprizza entusiasmo da tutti i pori e ha smesso di fare il commercialista per dedicarsi a questo ruolo a tempo pieno. Lui era alla Giacomense quando Colombarini iniziò come sponsor, e adesso sono già 30 anni che vive da presidente, gli ultimi 4 nella Ferrara che contagia con sorrisi e pacche sulle spalle. "Dirò alla curva di non farti più i cori altrimenti ogni canto ci costa più soldi di rinnovo", la minaccia scherzosa arriva a tavola ed è diretta al suo allenatore. Si chiama Leonardo Semplici, spiccato accento fiorentino e una voglia matta di arrivare in alto, dove merita. Psicologo fine, carisma a volontà, tutt'altro che integralista: ha fatto in carriera il 3-4-3, poi alla Primavera viola il 4-3-3, e da queste parti si è imposto con un 3-5-2 compatto ed equilibrato. Quando fu contrattizzato dalla Spal era l'8 dicembre, il giorno dell'Immacolata (lui la considera una vera e propria chiamata...), e dopo la prima partita persa con la Carrarese i tifosi si presentarono belli minacciosi. Oggi non può girare per le incantevoli piazze di Ferrara senza essere fermato ogni due per tre, la bici (da donna) griffata Spal è un must e gli fu regalata dal pres dopo otto vittorie di fila.
Presto rinnoverà il contratto e in caso di A resterà qui, altrimenti valuterà quegli interessamenti che presto potrebbero farsi concreti (soprattutto da Sassuolo). Il suo angelo custode è Davide Vagnati, sguardo vispo e barba ben curata, il più giovane direttore sportivo della B. Lui giocava in quella Giacomense, poi è diventato il mago che ha estratto dal cilindro la squadra della promozione attesa 23 anni e quella che adesso vede da vicino la A senza nemmeno un giocatore straniero. Eppure il biglietto per il Brasile è già pronto, Vagnati partirà nei prossimi giorni e vedrà almeno una ventina di partite, meglio farsi trovare pronti in caso di promozione. La città ha la febbre altissima, basta annunciare la presenza di Sky e dei giocatori in giro anche di notte per una diretta e succede l'impensabile: la Questura si allerta per mandare le sue pattuglie e bloccare il traffico, almeno duecento tifosi seguono in processione telecamere e protagonisti illuminando a giorno Piazza Duomo e il Castello Estense, rimettendo idealmente la sciarpa biancazzurra alla statua di Savonarola.
Come nel giorno dell'ultima promozione. Come per magia, Ferrara non ha proprio voglia di addormentarsi, beve la birra spallina (la società ne ha ideata persino una ufficiale) e si riguarda le figurine Panini di 50 anni fa con Reja, Capello e Delneri. Pensando che quei colori sono affascinanti ma un po' sbiaditi. Preparate il nuovo album.
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