Tradizione e voglia riscatto: Lazio, le insidie del girone di Europa League
lang="IT-IT" paraeid="{3214b41f-c9d2-4aed-a15b-cddffadf0123}{173}" paraid="613184470" xml:lang="IT-IT">Prima reazione dopo il sorteggio: “Le cose facili non ci piacciono, siamo abituati a soffrire”. Parola di Tare, eccitato dal calibro delle avversarie ma rispettoso della loro storia. Poi mette subito le cose in chiaro “siamo i favoriti del girone”. La Lazio incappa di nuovo in un raggruppamento tosto dopo le insidie dello scorso anno. Celtic Glasgow, Rennes e Cluj sono le avversarie dei biancocelesti del gruppo E: tradizione e un avvio convincente spingono la squadra di Inzaghi a predicare calma, soprattutto dall’alto della prima fascia conquistata dopo il passaggio in Champions di Ajax, Bruges e Olympiakos che avrebbe potuto regalare un sorteggio più morbido.
CELTIC
Pensi ai Celtic Glasgow e rivivi la storia, imponente. Uno dei più importanti club scozzesi fondato da un irlandese, fratello Walfrid, un marista della contea di Sligo che costituì inizialmente il club a scopo benefico, per aiutare tutti coloro che all’epoca in Scozia faticavano a sopravvivere. Era il 1887, il principio di una delle storie più affascinanti del mondo del calcio.
Poi guardi la classifica attuale e il Celtic è ancora lì: primo posto a 9 punti, con una differenza reti da +12. Dal 2011 non sbaglia un colpo: otto campionati di fila (50 complessivi) per accorciare sui rivali storici dei Rangers, che di campionati scozzesi ne hanno vinti 54. La sfida tra i due club è tra le più antiche, ma guai a chiamarla ancora ‘Old firm’, almeno di fronte ai tifosi del Celtic. Da quando i rivali sono falliti nel 2011 per loro ora è solo il derby di Glasgow.
La scorsa stagione l’Europa League del Celtic si è fermata ai sedicesimi dopo la doppia sconfitta con il Valencia, quest’anno è iniziata a seguito dell’eliminazione ai preliminari di Champions da parte del Cluj, che ritroverà nel girone E insieme alla Lazio. Squadra compatta e solida, senza individualità di spicco ma pericolosa grazie alla solidità di un gruppo che lavora insieme da anni. In mediana l’onnipresente Scott Brown rappresenta lo spirito della squadra grazie alle oltre 500 presenze con la maglia dei Celtic. Il giovanissimo Dembelé (classe 2003) è la mina vagante della rosa allenata da Neil Lennon.
RENNES
Tre su tre, con scalpi eccellenti. Il Rennes è la sorpresa di Francia, da quando è iniziato il campionato non ha perso un punto. In Ligue 1 guarda tutti dall’alto in basso, ha battuto in campionato il PSG dopo la vittoria nella finale di Coppa dello scorso anno proprio contro i parigini che le ha regalato il pass per l’Europa League e nell’ultimo turno ha avuto la meglio sullo Strasburgo. Merito di due gol dal sapore d’Italia. Prima Grenier, con un passato proprio a Roma, poi Niang, talento mai esploso definitivamente tra Milan, Genoa e Torino e in cerca di riscatto.
Proprio l’attaccante senegalese è la stella della squadra guidata dal giovanissimo Julien Stephan, 39enne allenatore considerato in Francia come uno dei più promettenti. Dopo il suo passaggio in Francia Niang sembra aver trovato la sua dimensione ideale: la scorsa stagione ha messo a segno 11 gol in 29 presenze, quest’anno è partito alla grande con due reti in tre apparizioni.
Tra le squadre di terza fascia il club francese è una delle più ostiche che potesse capitare ai biancocelesti. L’avvio di stagione ha messo in mostra una squadra tirata a lucido e lanciata dalla vittoria della Coppa di Francia dello scorso anno. In Europa League si era fermata agli ottavi contro l’Arsenal finalista, quest’anno vorrà di certo migliorare il piazzamento.
CLUJ
Roma porta bene al club rumeno, almeno per quanto riguarda l’Europa. Alla prima apparizione in Champions League della sua storia nel 2008, il Cluj espugnò l’Olimpico superando la Roma di Spalletti. Doppio Culio e giallorossi battuti in casa. È passato più di un decennio da quella partita, ma da allora il dominio in patria è stato continuo.
Cinque campionati, quattro Coppe di Romania e tre Supercoppe, la bacheca del Cluj si è aggiornata solo negli ultimi anni. È ormai un’habitué di competizioni internazionali: solo pochi giorni fa ha sfiorato l’ingresso in Champions League battuto dallo Slavia Praga, dopo aver superato il Celtic nel turno precedente.
L’allenatore è Dan Petrescu, uno che l’Italia la conosce bene. Da calciatore ha vestito le maglie di Foggia e Genoa, in panchina ha viaggiato il mondo tra Russia, Emirati e Cina prima di tornare al Cluj, con cui ha vinto il campionato nell’ultima stagione. In attacco il pericolo è rappresentato da Lacina Traorè, partita dalla Romania, esploso in Russia per poi fare ritorno nella squadra che lo ha lanciato. Poco talento ma un’organizzazione di gioco che induce a tenere alta la concertazione: alla Lazio poteva andare meglio, ma come ha confermato anche Tare parte favorita.