Mendy: sei anni fa al centro per l'impiego, oggi titolare al Chelsea
Sveglia presto. Pochi secondi e dall’inconscio si passa subito alla dura realtà. “La mattinata dovrò passarla tutta in coda al centro per l’impiego”. Si svegliava così, sei anni fa, il ventiduenne (e allora ex) portiere professionista Edouard Mendy. Era stato appena scaricato dalla sua squadra, il Cherbourg, ed era rimasto senza contratto. Il sogno diventava incubo. Per andare avanti il ragazzo dovette far richiesta per i sussidi di disoccupazione.
Il destino sa essere crudele. Nel pieno dell’ascesa personale può arrivare la stangata. Improvvisamente, come un fulmine in una giornata di sole. Edouard Mendy era convinto di avere il calcio nel suo futuro. D’un tratto, il verde della speranza e dei campi su cui tuffarsi si trasformava in grigio. Quello del nord della Francia, a cui era un po’ abituato. Quello del suo futuro, che si immaginava in tutt’altro modo. Fu l’inizio di un periodo difficilissimo: “Con la mia compagna aspettavamo anche un bambino. Non potevamo andare avanti con la mia disoccupazione. Cominciai a cercare un nuovo lavoro”. Le ricerche iniziarono, ma senza convinzione. Mendy era ancora sicuro che la sua storia d’amore con il calcio non sarebbe terminata. Almeno non in quel modo.
Occasione Marsiglia
Per un anno intero, il ragazzo ha continuato ad allenarsi. Da solo, ai campini del Le Havre, squadra della città in cui era cresciuto: “Non sapevo come sarebbe andata, ma volevo che mio figlio fosse fiero di me. Che sapesse che suo padre, nel momento di grande difficoltà, non ha mai mollato”, raccontò a RMC Sport. Nessuna chiamata per un anno. Poi la svolta. Ancora il destino, stavolta più sorridente, che si era ripresentato per saldare una parte del suo debito: un suo ex compagno, Ted Lavie, entrò in contatto con Dominique Bernatowicz, responsabile dei portieri nell’Accademia dell’Olympique Marsiglia. Caso volle che all’OM mancasse un portiere per la squadra riserve. Mendy non se lo fece dire due volte: valigie fatte in fretta e partenza immediata. Direzione Provenza, sud della Francia, sole. Rinascita.
Contratto da 6mila euro al mese
Da Marsiglia è ripartita la carriera del giovane portiere. Tuttavia, al Vélodrome Edouard Mendy non ebbe modo di farsi conoscere. Si dovette accontentare di qualche partita con la squadra B dell’OM, poi venne scartato. Quella volta, però, con un curriculum più importante, le offerte arrivarono. Accettò quella del Reims, che gli offrì seimila euro al mese, e un posto come riserva in una squadra di seconda divisione. Ma il destino aveva ancora un’ultima carta da rendere. Ci pensò alla prima giornata del campionato 2016/17.
Quel cartellino rosso...
Amiens-Reims, la stagione è iniziata da soli cinque minuti. Johann Carrasso esce sgraziatamente sul lanciato Tinhan, attaccante avversario. Rosso diretto. L’allenatore, Michel Der Zakarian, fa entrare Edouard Mendy, che dal minuto 6 di quella partita ha iniziato a parare quasi tutto. Prima col Reims, poi con il Rennes, adesso con il Chelsea, che lo ha pagato 25 milioni di euro nella scorsa estate, facendolo diventare il portiere africano più pagato di sempre (è nato in Francia, ma ha anche un passaporto senegalese). Martedì sera contro il Siviglia ha sfoderato una grandissima prestazione, che gli è valsa la conferma ufficiale come portiere titolare da parte di Frank Lampard. Non male come esordio assoluto in Champions League, per lui che la Coppa dalle grandi orecchie l’aveva sempre sognata davanti alla televisione. Anche quella “prima volta” non se la scorderà mai.
Oggi Edouard Mendy è il numero uno del Chelsea. Per Frank Lampard c’è un nuovo portierone tra i pali. Sei anni fa andava al centro dell’impiego per ottenere i sussidi e provare ad andare avanti. Ora tutto è cambiato, tranne la sveglia presto. Adesso però con tutto un altro spirito. Per giocare la Premier League e la Champions, questo e altro. I suoi due figli, che adesso hanno 5 e 3 anni, possono andare fierissimi del papà.