Salcedo story, la scommessa di Juric diventa realtà

Il primo in Serie A non si dimentica mai. Quindi grazie Miguel Veloso, per l'assist al bacio su calcio d'angolo. Firmato, Eddie Salcedo: il baby attaccante, gol più vittoria del suo Verona, fotografa su Instagram la giornata perfetta. Un terzo tempo (con stacco di testa, senza appoggiare al tabellone) che renderà fiero papà Antonio, ex giocatore di basket. La dedica scritta ai nonni che non ci sono più, quella implicita a Ivan Juric che ha sempre creduto nel classe 2001.

Sin dai tempi di Genova, sponda rossoblù. Dove l'allenatore serbo e il giocatore nato a Sestri Ponente da genitori colombiani, si incontrano per la prima volta nel 2017, quando Juric sedeva sulla panchina del Grifone. Salcedo si fa vedere bene nel precampionato, la chance arriva già alla prima contro il Sassuolo. A 15 anni, 10 mesi e 20 giorni. Baby boom: nessun debuttante è mai stato più giovane di lui nei primi cinque campionati d'Europa.

Quel giorno di agosto Eddie corona il primo sogno e consacra un'avventura di lunga data. Perché l'attaccante aveva iniziato a vestire la maglia rossoblù già nel 2010, proprio quando lo Juric difensore chiudeva la carriera in prima squadra. Salcedo arrivava dal Merlino, piccolo club dilettantistico del suo paese, e presto sarebbe finito a far coppia con Pellegri in Primavera.

Assaggi di quel che sarà, lontano da Genova per tutti. Quando quest'estate Juric approda al Verona, si ricorda di quel ragazzino con fiuto del gol e grande sprint. Oggi è di proprietà dell'Inter, l'U19 gli sta stretta ma in prima squadra non troverebbe spazio: su di lui ci sarebbe anche il Genoa, ma per l'esperienza in prestito Salcedo preferisce il vecchio allenatore al vecchio club.

Aspetta il suo momento, scala le gerarchie nell'Hellas e colpisce: è il primo attaccante a segnare per i gialloblù in questa Serie A (su 9 reti), il secondo marcatore più giovane del campionato dietro Amad Traore e in assoluto del Verona dopo Moise Kean. Un record dietro l'altro, con Juric che lo osserva dalla panchina. Storia già vista, eppure ancora tutta da scrivere.

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