Dread e talento: Ampadu, il difensore classe 2000 "cresciuto nel mito di Drogba" che ha stregato Conte

Guardi giocare il Chelsea nell’ultimo match di League Cup e scorgi un capellone in mezzo alla difesa. Niente di strano. Pensi: “Sarà il buon vecchio David Luiz”. Invece poi osservando più attentamente ravvisi qualcosa di diverso. Noti che quelli non sono riccioli, ma dread. Che quello non è il brasiliano ma Ethan Ampadu, il talentino classe 2000 lanciato da Conte. Eppure, per presenza in campo non sembrerebbe aver proprio niente da invidiare al più affermato sosia. Anzi. Tranquillità e sicurezza da veterano alla sua appena quarta presenza in maglia blues. Un predestinato, dicono del classe 2000. L’ex ct del Galles Chris Coleman l’ha paragonato addirittura a un mostro sacro come Rio Ferdinand. Figlio d’arte, poi. Il papà, Kwame, ora manager della squadra U18 dell’Arsenal, fu il primo ghanese a giocare nei Gunners nella storia del club. Nelle vene di Ampadu infatti scorre un mix incredibile di sangue e culture. Avrebbe potuto scegliere tra la nazionale ghanese e irlandese rispettivamente per le origini del nonno e della nonna paterna oppure tra quella inglese e gallese per via materna. Alla fine ha optato per i Dragoni di Galles, per i quali ha già totalizzato 2 presenze esordendo il 10 novembre 2017 nell’amichevole contro la Francia. Arrivato in estate dall’Exeter City, squadra di League Two della quale è diventato il più giovane debuttante del club a 15 anni e 10 mesi, nella scorsa stagione totalizzò 13 apps tra tutte le competizioni. Poter giocare al Chelsea è sempre stato il sogno di Ampadu. Lui, che dei blues è tifosissimo fin da piccolo. Da bambino però giocava come attaccante e per questo è cresciuto “col mito di Didier Drogba. Da quando gioco come difensore centrale però i miei modelli sono diventati Terry e Cahill”. Giovane, sicuro di se stesso ed autoritario ma soprattutto un potenziale crack. Appena sbarcato a Londra, ha colpito positivamente tutti gli addetti ai lavori, anche se dalle parti di Stamford Bridge lo conoscevano già discretamente bene. Un paio di anni fa infatti venne sottoposto ad un provino durante il quale segnò anche un gol nell’amichevole contro i pari età del West Ham. Alla fine il club di Abramovich la scorsa estate l'ha scippato alla concorrenza di United e Liverpool. Le cifre dell’affare sono poco chiare: l’Exeter City infatti sta aspettando che un tribunale decida il compenso che il Chelsea dovrà versare nelle sue casse per il trasferimento di Ampadu. Ma poco importa: Conte si gode e si coccola quel diciassettenne tutto dread e talento. “Non mi piace fare regali. Chi merita gioca, nonostante si parli di ragazzi giovani. Ampadu l’ha meritato. Ora deve stare coi piedi per terra ma può avere un grande futuro”, parola dell’ex ct. Nemmeno Ampadu stesso però si aspettava un expoit del genere: “Guardavo e imparavo dai giocatori del Chelsea in tv giusto qualche mese fa. Ora faccio lo stesso ma ammirandoli in allenamento. Appena arrivato qua fui destinato alla squadra U23 ma quando sono stato chiamato per allenarmi con la prima squadra quasi non ci credevo, è stato pazzesco”. Ha sempre sognato di dire la sua nel calcio e ora ce l’ha fatta, nonostante qualche piccolo problema scolastico ai tempi dell’Exeter: fu dura per Ampadu riuscire a controbilanciare l’impegno del calcio con la scuola quando iniziò ad entrare in pianta stabile in prima squadra. Ebbe non pochi problemi. Fu costretto a saltare la convocazione del Galles per finire il suo GCSEs (certificazione britannica da conseguire compiuti i 16 anni che attesta la conclusione della scuola dell’obbligo). Ma grazie alla sua perseveranza è riuscito ad ottenere i giusti risultati anche a scuola. La ciliegina sulla torta in un anno davvero indimenticabile e tutto in crescendo: a luglio l’arrivo in un club di Premier, a settembre l’esordio col Chelsea, a ottobre la prima presenza da titolare, a novembre la prima apparizione in Nazionale e a dicembre la prima volta in Premier. Chi non ha mai avuto alcun dubbio riguardo l’escalation del gallese è Paul Tisdale, suo manager all’Exeter City: “Non siamo affatto sorpresi, sapevamo che avrebbe avuto un grande futuro. Siamo orgogliosi: ha talento ed è motivatissimo. Gioca con la maturità di un 35enne. Quella stessa maturità che ha indotto gli spettatori di Chelsea – Bournemouth di League Cup a credere che quel capellone in mezzo alla difesa fosse David Luiz e non un diciassettenne semi esordiente chiamato Ethan Ampadu.

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