Un allevatore di struzzi e tanti "italiani": i segreti della Dinamo Zagabria
Dinamo Zagabria-Tottenham 3-0. Mourinho saluta in anticipo l’Europa League subendo una rimonta clamorosa e inaspettata. Un risultato sorprendente, visto il 2-0 dell’andata, arrivato in un momento difficile per il club croato: solo qualche giorno fa l’allenatore in carica, Zoran Mamic, si era dimesso dall’incarico perché condannato a 4 anni di prigione per frode.
In panchina si è seduto Damir Krznar, fino a quel momento solo viceallenatore, riuscendo a ottenere uno dei risultati più importanti della storia recente della Dinamo: i quarti di finale di Europa League, traguardo mai raggiunto in passato. Qualificazione arrivata grazie alla tripletta di Mislav Orsic, con due reti stupende da fuori area, e con l'aiuto di molte vecchie conoscenze del calcio italiano.
KRZNAR: DAGLI STRUZZI ALLA PANCHINA
Ciò che più stupisce è che lo storico traguardo sia stato raggiunto contro Josè Mourinho, uno degli allenatori più iconici e vincenti del calcio europeo. Da una parte, 2 Champions e 2 Europa League in bacheca. Dall'altra... un allevamento di struzzi. Sì, avete letto bene: Krznar, prima di diventare uno dei migliori allenatori dell’Academy della Dinamo, aveva avviato un business sull’allevamento di struzzi. Affari che non sono andati a gonfie vele: “Non ha funzionato. Fortunatamente non abbiamo perso molti soldi, siamo usciti da quell'attività con un piccolo svantaggio”. E alla fine meglio così, chissà se le cose sarebbero andate allo stesso modo se l’allevamento avesse avuto successo.
ORSIC: DALLA COREA CON FURORE
Orsic. Tripletta. Vi ricorda qualcosa? A Bergamo di sicuro non l’hanno dimenticato. Esordio in Champions dell’Atalanta. Uno shock: la Dinamo rifila un sonoro 4-0 alla squadra di Gasperini, 3 di queste reti le segna Orsic. Quella volta i giornali croati titolarono ‘La notte che entrerà nella leggenda’. Non sapevano ancora che poco più di un anno dopo sarebbe arrivata un’altra tripletta, tra cui due bellissimi gol da fuori area, stavolta contro il Tottenham di Kane e Gareth Bale.
"Probabilmente sono una sorpresa, alcuni che non mi conoscevano perché giocavo in Asia".
Prima del 2018, infatti, il croato classe 1992 ha giocato in Cina e in Corea del Sud, con una parentesi anche in Serie B allo Spezia. Una carriera da girovago che non era mai effettivamente sbocciata. Solo l’aria di casa è riuscita a farlo rinascere. Alla Dinamo è arrivato per un milione di euro, ma nel giro di poco tempo è diventata la star indiscussa della squadra: due campionati vinti e la fama arrivata anche grazie al videogame FIFA. Già, perché la sua carta FUT, a detta degli utenti, è una delle più ‘buggate’ degli ultimi anni.
PETKOVIC: DELUSIONE IN ITALIA, CERTEZZA IN CROAZIA (E IN EUROPA)
“E’ il nuovo Zlatan Ibrahimovic! Fisicità e tocco di palla, per quello che fa e per come si muove lo ricorda molto. Siamo felici di averlo con noi, gioca bene sia in campionato che in Champions League. Si è guadagnato la nazionale croata, diventando il centravanti titolare. In Croazia, ora, non c’è attaccante più forte di lui”.
Chi ha conosciuto Bruno Petkovic in Italia, non avrebbe mai creduto alle parole di Marko Vukelic, vice direttore sportivo della Dinamo. Dopo le esperienze con Catania, Varese, Reggiana, Virtus Entella, Trapani, Bologna e Verona, l’attaccante croato era stato etichettato come quello che ‘non ha mai segnato in Serie A’.
Solo a Trapani aveva fatto sognare i tifosi, sfiorando la storica promozione in Serie A nel 2016: “Nel Trapani mi sono sentito e mi hanno fatto sentire importante, avvertivo in ogni momento la fiducia sia dell’allenatore che dei miei compagni. Quando erano in difficoltà mi davano la palla ed era come se dicessero ‘dai Bruno, pensaci tu’. Per la gente ero un idolo”.
E da idolo è tornato in patria, come sottolineato dalle parole di Vukelic. In questa stagione ha già segnato 4 reti in 8 presenze in Europa League e nel suo piccolo si è preso anche una rivincita: con i croati è riuscito a togliersi lo sfizio di segnare anche il suo primo gol in Champions League.
RISTOVSKI: CON L’ITALIA NEL CUORE
“Il mio sogno è quello di giocare per il Parma in futuro. Io spero che tutti questi sacrifici vengano ripagati, è il mio più grande desiderio. Spero di giocare anche un Mondiale con la Macedonia, anche se siamo ancora lontani” - parlava così nel 2014 Stefan Ristovski, sperando di tornare in gialloblù dopo una magnifica stagione con il Latina in Serie B. Nel massimo campionato avrebbe poi esordito proprio con il Parma, ma le cose non andarono benissimo: il fallimento lo costrinse a fare le valigie per cercare fortuna altrove.
Prima Rijeka e poi Sporting Lisbona, fino ad arrivare alla Dinamo Zagabria. Con la Macedonia non ha ancora giocato al mondiale, ma insieme a Pandev e compagni si è guadagnato il primo storico europeo, al quale parteciperà quest’estate, nonostante gli anni difficili passati in Italia: "A Parma giocava poco, e nello Sporting Lisbona faceva tribuna: qui invece è intoccabile. I miei giocatori in giro per l'Europa militano anche in Serie B, da noi invece sono titolari fissi”. Parlava così di lui il CT della Macedonia. E alla fine, ha avuto ragione: anche lui è stato tra i protagonisti della storica qualificazione contro gli Spurs.
LIVAKOVIC: RIVINCITA MONDIALE
Decisivo è stato anche Dominik Livakovic, portiere della Dinamo Zagabria. La sua parata su Harry Kane nei tempi supplementari ha salvato i suoi compagni dall’eliminazione che sarebbe stata una vera e propria beffa. Un’intervento miracoloso, sotto gli occhi di un portiere del calibro di Lloris, lo stesso che nel 2018 aveva alzato la Coppa del Mondo davanti agli occhi di... Livakovic, ai tempi portiere di riserva della Croazia.
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