#derbydellalanterna, l'attesa è quasi finita. Tra esordi, 'mandilli' e tanti ricordi: la vigilia (insonne) di Genoa-Sampdoria

Da levante a ponente, da Pegli a Bogliasco, passando per il centro di una città che spiriti opposti ha tanta, tantissima voglia di fare festa. L'attesa è (quasi) finita: venti ore, qualche minuto in più. Poi le luci del Ferraris si accenderanno sui novanta minuti più importanti dell'anno: 'La partita', come l'hanno definita Giampaolo e Juric alla vigilia, quella che a Genova e dintorni può valere davvero una stagione intera. "Perché il derby è una partita unica e sappiamo quanto sia sentita dai nostri tifosi. E poi i tre punti sarebbero un regalo impagabile nei confronti della tifoseria, pagherei per vincere il derby, per poter regalare una grandissima soddisfazione a tutto l'ambiente. - pensieri e parole dell'allenatore blucerchiato Marco Giampaolo, che sulla possibilità di eguagliare il record di tre derby vinti consecutivamente di Novellino e Gasperini aggiunge - I record fanno piacere ma stanno li. Noi dobbiamo vincere per tanti motivi, questa è la partita delle partite".

"Il Derby è una partita unica dove non conta la classifica, è come una finale di Champions, bisogna giocarla e vincerla. Quello di domani poi può essere la gara della svolta, - la risposta del collega Ivan Juric, appena rientrato dal ritiro di tre giorni di Coccaglio - io mi auguro domani si trovi una vittoria che possa essere uno slancio per il nostro campionato". E il modo migliore si vivere le emozioni che solo un derby sa dare, novanta minuti che per Juric possono valere il futuro sulla panchina rossoblu. La prima in un Derby della Lanterna, visto che la scorsa stagione all'andata era squalificato e il ritorno lo guidò Mandorlini. Due sconfitte da riscattare in casa Genoa, decisi all'andata da Muriel e da un autogol di Izzo e da un'altra rete di Muriel al ritorno.

Ma ogni derby è storia a sé, si sa. E allora eccola l'attesa per un'altra nuova pagina tutta da scrivere, e da raccontare. La numero cento quindici tra Genoa e Sampdoria, questione di numeri, ma non solo. Perché a scendere in campo domani - illuminati dalla Lanterna - saranno anche e soprattutto i cuori dei tifosi. Tutti pronti a colorare il Ferraris, regalare l'ennesimo spettacolo al quale Genova ha abituato ormai da tempo. Quegli stessi tifosi che, in questi minuti, staranno cercando (invano) di chiudere occhio, svegliarsi il più tardi possibile e ridurre così al minimo l'attesa che li separa dal fischio d'inizio. Tra pronostici, cabale e gli immancabili sfottò: la parte più bella di una sfida lunga settantuno anni. "Belin domani Zapata vi tira fuori la pipa". "Altro che pipa, si sblocca Lapadula".

"Quest'anno non c'è storia, vincete voi" la gufata dei più scaramantici, "la decide il polacchino kow... Koz... com'è che si chiama?". "Kownacki belin, si chiama Kownacki" il botta e risposta dell'ultim'ora dei tifosi rossoblucerchiati, tra un 'mandillo' al pesto (fazzoletti di lasagne di pasta all’uovo) a Boccadasse, una 'panissetta' (sorella della farinata, preparata con farina di ceci bollita per almeno un'ora e servita fredda) e un cucullo (o coccoli, di origine araba, avvolti nella peppià, nome genovese della carta per alimenti) da Mario e l'immancabile focaccia. Rigorosamente al formaggio, se l'attesa la si sta vivendo a Recco. Ventisei chilometri e quaranta minuti di distanza da Marassi, ma la stessa 'ansia pre-derby' di chi il Ferraris lo ha ad appena due passi. Come finirà? Appuntamento a domani per scoprirlo. E allora, tutti a nanna (per chi ci riesce), e domani parola al campo. Quello del Ferraris, che accenderà le sue luci sull'ennesimo Derby della Lanterna. Che a pensarci bene quasi quasi è meglio aspettare a dormire, e godersela ancora un po' quest'attesa: che è vero, toglie il sonno, ma emoziona e regala sensazioni che solo chi è cresciuto a pesto e focaccia può capire. Buona notte (insonne) allora, e buon derby a tutti.

Google Privacy