Dal ritiro al futuro, Denis: "Mi chiamò il Real Madrid. Atalanta? Spero di tornare”

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“Cominciamo subito, ma diamoci pure del tu”. Per inquadrare al meglio Germán Gustavo Denis, è certamente conveniente iniziare dai dettagli: tono di voce gioviale, risposta secca ma inclusiva e capacità mai scontata di donare forza ai concetti espressi. La stessa che imprimeva sul campo ai palloni da scaraventare in rete.

 

Una vita tra i professionisti, impreziosita da un’ultima sfida. Dove? Al Rel Calepina, in Serie D. Ed il motivo è presto noto: “È nato tutto dal rapporto con l'allenatore Daniele Capelli - svela ai nostri microfoni- ci conosciamo dai tempi dell’Atalanta. Dopo la conclusione della mia avventura a Reggio ha spesso insistito perché io venissi a dare una mano, l’idea di tornare a vivere Bergamo poi mi ha definitivamente spinto ad accettare. È stata una bellissima esperienza, diversa da tutte le altre realtà vissute”. Il matrimonio, all’apparenza impronosticabile, funziona alla grande. L’argentino si diverte, mette a disposizione le sue qualità da condottiero, segna 5 gol e salva la squadra, il modo migliore per dire basta. “Futuro? Al momento sono responsabile di un centro padel qui in città perché sono appassionato di questo sport, non so cosa farò ma certamente mi farebbe piacere fare qualcosa con l’Atalanta”.

 

German Denis e il calcio: passione e sentimento

234 reti in carriera, oltre 600 partite disputate, un’impronta indelebile lasciata a tutti coloro che ne hanno incrociato il talento. Questione di cuore e di famiglia. “Amo il pallone grazie a mio padre, fin dall’età di quattro anni, da allora praticamente non ho più smesso. Il mio idolo in generale era sicuramente Maradona, per tutto ciò che rappresenta. Nello specifico però, dico Batistuta: vero e proprio riferimento". 

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