Delio Rossi: "Ho ricevuto diverse proposte in Italia e all'estero. Nazionali africane? Vedremo"
Voglia di tornare in panchina e qualcosa per Delio Rossi si muove già. L'ex di Lazio e Fiorentina, tra le altre, attende una nuova chiamata e intanto si gusta la serie A. Lunedì è in programma Fiorentina-Torino, l'occasione giusta per Tuttosport per intervistare l'allenatore romagnolo. Ljajic, ma non solo...
"Nazionali africane? Qualcosa in ballo c’è. Vedremo. Dopo la fine del rapporto con il Bologna, ho ricevuto varie proposte in Italia e all’estero. Ho avuto anche dei contatti per una Nazionale asiatica. Non ho problemi a spostarmi, nel caso. L’importante è poter credere in un progetto. Mi laureai con 110 e lode in educazione fisica, avrei potuto insegnare, ma allenare è sempre stata e sarà sempre la mia vita. Allenare il Torino? Sì, ma non vorrei che sorgessero equivoci. Il Toro ha Mihajlovic che è un bravo allenatore, cui auguro ogni bene e tanti anni in granata".
Nel 2013 la famosa lite con Ljajic: "Quella è una storia chiusa da tanti anni e non influenza in nessun modo il mio giudizio sul giocatore. Precisato questo, dico che mi pare molto maturato. Ai miei tempi era molto giovane. Era arrivato a Firenze a 19 anni con l’etichetta del fenomeno, e questo non lo ha aiutato, visto il carattere. Ma lo trovo ancora incostante: fa vedere solo a sprazzi la sua grande qualità. E’ l’ulteriore step che deve salire. Irritante? Fa parte del suo carattere. Non lo fa apposta. Ma lo conosco, è il primo che ci sta male. Giocatori con il loro talento e il loro carattere, se sono in giornata ti fanno vincere, se no diventano irritanti, è vero".
Nella Fiorentina si mettono in luce Bernardeschi e Chiesa: "Bernardeschi è cresciuto in maniera esponenziale. E’ diventato un giocatore importante. Ora deve salire un altro gradino e divenire anche un trascinatore che guida gli altri e si assume le responsabilità nei momenti decisivi. Chiesa e Barreca hanno meno esperienza e sono più in basso, in questa scala ideale. Barreca è uno dei migliori terzini sinistri d’Italia". C'è il tempo di parlare anche di Belotti: "Lo volevo all’Atalanta, lui era nell’Albino in C: ma la società mi disse che la richiesta di 1,5 milioni era troppo alta. Quindi figuratevi quanto lo stimo! E da quanti anni! Adesso Belotti deve ascoltare solo il cuore: lo stipendio viene dopo. Se si sente gratificato e realizzato nel Toro, non vada via: avrebbe solo da perderci".