De Laurentiis: "Bari e Napoli due mondi diversi, vogliamo una cavalcata verso la A"
Ieri è arrivata l'ufficialità, oggi è tempo di presentazioni. Aurelio De Laurentiis è il nuovo presidente del Bari, la società pugliese ripartirà con lui dalla Serie D. Il nuovo patron si è presentato in una lunga conferenza stampa, partendo dalle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare questa nuova sfida: "Ringrazio il sindaco per la fiducia. Quando mi hanno informato del Bari ero in ritiro a Dimaro con il Napoli, volevo seguire tutte le tappe del Napoli di Ancelotti. Mi ha chiamato il sindaco, all'inizio non abbiamo avuto un rapporto semplice. Ho provato a chiamarlo per ore ma non ho ricevuto risposta. Poi ci siamo parlati, ci siamo trovati.
Perché il Bari è il Bari e ha la sua storia. Noi siamo insieme ai tifosi che sono idealmente soci in questo contesto. Poi c'è da fare una distinzione tra tifosi: quelli reali e virtuali. Gli ultimi sono quelli che viaggiano sui social, che guardano le partite su S, gli altri quelli che vanno allo stadio. Noi dobbiamo difendere tutti i tifosi.
Dobbiamo dare profitto alla società senza speculare sulla passione della gente. Il Bari ha una storia molto lunga, nei 110 anni di storia ce ne sono molti belli e altrettanto meno brutti. Noi in questi anni dobbiamo portare il Bari in Serie A, e vedremo come gestire la regola che impedisce di avere due società in A. In caso dovrei cedere la società a qualcuno che non abbia la presidenza di nessuna squadra.
Io sono un guerriero e sono pronto a dar battaglia, su questo vi posso dare garanzia. Dovete stare tranquilli, il Bari non sarà mai un'appendice del Napoli. Per fugare questo timore ho convinto in due giorni mio figlio Luigi ad interessarsi dal Bari per evitare che possa venire il dubbio che io anche inconsciamente possa pendere per il Napoli. Per questo ho svegliato mio figlio Luigi alle 6 e mi ha detto 'va bene mi hai convinto, lo faccio con grande passione'.
Il piano tecnico? Stamattina ho iniziato a svegliare tutti, perfino Arrigo Sacchi. Ho già trovato un nome per il vivaio, che è Filippo Galli. Ci metteremo tutta la nostra esperienza per dare il massimo, ma sempre svincolati dal concetto Napoli. Sono due mondi diversi, sono due situazioni a parte. Mi piacerebbe creare delle situazioni per il sud che possa accorpare diverse regioni.
Il mio pensiero su quello che sta succedendo in queste ore a Napoli? Non mi posso preoccupare con i dissidenti che non accettano le modalità e che hanno una visione diversa sulla possessività del club. La Lega? Manca un amministratore delegato e la capacità di modificare di quei campionati che non si possono più sopportare e supportare a 20 squadre.
Le seconde squadre? Sono un assist alla Juventus che non sa dove piazzare i 45 giocatori che ha in più. Io volevo fare l'Under 23, abolendo la Primavera. Tutti quanti hanno detto di sì, poi hanno ritrattato quando hanno capito che si poteva retrocedere. Fare l'Under 23 sarebbe molto più utile perché potrei far giocare in quel campionato alcuni giocatori che non trova spazio per giocare.
Il limite agli extracomunitari? Un'altra stupidata di Lotito, in Belgio e Portogallo non c'è questa regola e infatti sono nazionali fortissime. Per questo dovremmo togliere il nostro calcio dalle mani dei politici.
Reja? Volevo affidargli il vivaio a Napoli, poi ieri gli ho detto che forse lo avrei messo ad allenare in Napoli. Mi ha risposto un po' stizzito dicendo che non allena più. Oggi però devoancora sentirlo, comunque ci sono pronte alcune alternative".