La nuova vita di Dario Silva: l'incidente, la gamba amputata. Ora è un cameriere

Quando non è il calcio a concederti una seconda occasione ma la vita. È la storia di Dario Silva, che forse i tifosi del Cagliari ricordano. Piccolo ripasso: uruguaiano, classe 1972, professione attaccante, è arrivato in Italia nel 1995. Lo prese la società di Massimo Cellino, lo allenò, all'inizio, un certo Giovanni Trapattoni. Poi, il Trap si dimise; l'attaccante invece rimase. Per tre anni: 20 gol in 89 partite e un addio a seguito della retrocessione in B dei sardi. Destinazione? Spagna: prima l'Espanyol, poi il Malaga (la sua parentesi più importante, con 100 partite in 4 anni), quindi anche il Siviglia e poi una chiusura anonima al Portsmouth nel 2005/2006. Una carriera interessante, in un calcio che lo ha sicuramente arricchito. Salvo poi portargli via tutto.

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Proprio nel 2006 un incidente gravissimo: era alla guida del suo pick up a Montevideo, ha perso il controllo dell'auto che si è letteralmente distrutta. Doppia frattura: del cranio e, soprattutto, quella scomposta alla gamba destra. Che gli venne amputata. Un dramma per l'ex calciatore, che a poco a poco si sente sempre più solo. "I soldi? Me li hanno portati via tutti i miei agenti" ha detto a Jugones de la Sexta, che ha realizzato un servizio su lui e la sua nuova vita. "Ho lasciato il calcio perché mio padre mi aveva detto che gli sarebbero rimasti tre mesi di vita. Poi c'è stato anche l'incidente, poteva andarmi anche peggio".

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Una vita stravolta, però. Occorreva ripartire, letteralmente da zero. Dopo la riabilitazione, Silva è tornato in Spagna, nella "sua" Malaga. Ora lavora come cameriere in una pizzeria. Non si lamenta, sembra felice. Porta pizze e birre, zoppica un pochino a causa della protesi, con la quale ha anche giocato a calcio. "Non mi lamento", dice. Ecco il video:

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