Dani Alves: "A Parigi c'è razzismo, so cosa hanno passato i miei amici"

I cori contro Raheem Sterling e la doppia sospensione temporanea di Bulgaria-Inghilterra hanno riacceso i riflettori sul tema del razzismo. In passato, non sono mancati episodi rimasti nella mente di addetti ai lavori e tifosi, come per esempio quello riguardante Dani Alves ai tempi del Barcellona. Il terzino brasiliano, prima di battere un calcio d'angolo, si mangiò una banana che gli era stata lanciata dagli spalti. Un gesto di reazione nei confronti dei razzisti che fece il giro del mondo.

Dani Alves è tornato adesso a parlare di razzismo, concedendo un'intervista a GQ nel corso della quale si è soffermato sul suo rapporto con la città di Parigi e con i suoi cittadini: "Andare a Parigi è stato interessante dal punto di vista culturale, ma alla lunga diventa stressante. Se ci vai per una settimana, sarà il viaggio più bello della tua vita, ma starci a lungo alla fine delude. Parigi mi ricorda un po' San Paolo, ma c'è più razzismo: a me non hanno mai fatto nulla, ma l'ho visto succedere e so cosa hanno passato alcuni miei amici".

Dani Alves si è trovato decisamente meglio nelle città spagnole, come ad esempio Siviglia e Barcellona: "Da quelle parti la gente sembra brasiliana, mi sono trovato bene. Si vive parecchio la città e c'è pù energia. La gente è più "cattiva", ma io preferisco questo tipo di persone".

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