Dalle difficoltà al Karma. Mendicino: "Ora sogno la B con il Cosenza"

L’amore per la musica sullo sfondo, Occidentali’s Karma la canzone che meglio descrive la sua situazione attuale. O meglio, “Orientali’s Karma”, perché: “Adesso prendo e parto”. Lo fa spesso Ettore Mendicino, che di stare fermo non ne vuole proprio sapere: “Questa volta andrò in Giappone, dopo le tante vacanze americane. Volevo provare qualcosa di diverso”. Riposo, dunque. Ma anche un occhio al suo futuro: “Sperando nel Karma – ci racconta, appunto – chissà che non mi porti a fare almeno il ritiro estivo con il Cosenza”. Già, dopo 19 presenze e 3 gol in Calabria, Ettore ha deciso infatti di cambiare aria a gennaio. Destinazione Monza, dove si è trasferito in prestito:Qualcuno mi dava di pazzo, ma avevo bisogno di qualcosa di nuovo. Monza era una neopromossa ma alla fina siamo arrivati quarti. Cercavo un ambiente sereno, ambizioso e lì l’ho trovato”. Arrivano altre 15 presenze e un solo gol: “Migliorare nella finalizzazione resta l’obiettivo – continua – ma mi sono adattato ad una squadra giovane e inesperta per la categoria, giocando qualche volta fuori ruolo. Penso di aver fatto tutto il possibile”.


Mi sento ancora uno di loro, ho un grandissimo rapporto con tutti. Devo fare i complimenti ai ragazzi, sono orgoglioso di averli conosciuti e di averci giocato insieme. Hanno scritto una pagina di storia dopo aver sofferto tanto”. Sì, perché per il Cosenza non è stato tutto semplice, anzi: “Abbiamo fatto un grande ritiro estivo, forse il migliore della mia carriera – racconta Ettore – c’erano ottime premesse, anche dopo la sconfitta in Coppa Italia con l’Alessandria. Poi però abbiamo staccato la spina e non siamo stati capaci di riattaccarla”. La prima vittoria arriva alla settima giornata, troppo poco per continuare a puntare su Mister Fontana. Che viene esonerato e sostituito da Braglia, uno che sa come si vince la categoria: “All’inizio non faceva che ripeterci quanto fossimo forti. E lo eravamo, perché oltre allo zoccolo duro della stagione passata c’erano anche giovani molto promettenti. Tuttavia bisognava dimostralo con i fatti ma, inizialmente, anche con lui i risultati erano altalenanti e non ci spiegavamo il motivo”. Il 0-0 con il Rende la svolta, poi cinque vittorie di fila e l’arrivederci direzione Monza appunto: “Molti dei miei compagni se lo aspettavano. Anzi, se lo auguravano per me. Non stavo bene e questo si vedeva nelle prestazioni. Arrivò qualche offerta dal girone del sud, ma volevo cambiare proprio tutto. Ci ho provato e ce l’ho messa tutta, sono orgoglioso per questo. L’importante nel calcio è perseverare e credere che il momento prima o poi arriverà”. A Cosenza lo hanno fatto per davvero: “Nessuno credeva nella promozione. L’unico che, ad un certo punto, ha cominciato a scherzarci su è stato Mungo”. Poi i festeggiamenti e una città pazza di gioia: “Ho scritto un messaggio generale nella chat di spogliatoio. Ma niente di più, non volevo essere invadente. Quello era il loro momento, non il mio. Era giusto che lo passassero con i figli, le mogli o le fidanzate, con le loro famiglie insomma”.



lo dimostra la foto con cui la società ha voluto celebrare la promozione sul sito ufficiale. C’è lui, infatti, in primo piano, nonostante i sei mesi di prestito al Monza. Esulta, abbracciato ad un compagno: “I ragazzi mi hanno un po’ preso in giro – sorride Ettore – ‘Addirittura uomo copertina!’ Mi dicevano”. Loro sono veramente nella storia, avrei pagato per esserci anche io”. Intanto, però, una cosa l’ha vinta. Il fantacalcio. Infatti, gli ha sorriso: “L’ho vinto insieme a D’Orazio. Certo, per lui è stato l’anno più bello della sua vita. Promozione sul campo e vittoria al computer… meglio di così”. Decisivi Dybala e Luis Alberto, ma anche Pjanic, Inglese e Politano. Non ha puntato su Immobile, con cui ha anche giocato nelle Nazionali giovanili. Perché Ettore il grande calcio spera di riconquistarlo, ma l’ha già assaporato. Lo ha fatto con la Lazio di Delio Rossi, dove ha esordito in A contro la Fiorentina. Ha giocato anche un’amichevole ad Anfield con il Liverpool di Gerrard e del suo idolo Fernando Torres: “La Lazio è stata gioia e dolore della mia carriera. Ero considerato uno dei migliori talenti in circolazione, poi purtroppo non tutto è decollato secondo i piani. Sto ancora nel mezzo, fra la delusione e la consapevolezza di poter scrivere qualcosa di importante”. Magari già il prossimo anno, in Serie B. Un campionato che ha giocato per l’ultima volta sei anni fa, con il Gubbio: “Un anno disastroso, uno dei più brutti della mia carriera. Ma adesso mi sento più maturo e negli ultimi due anni ho anche avuto meno infortuni. Mi è sempre stata rimproverata una scarsa identità in campo, ma credo che giocare in più ruoli sia una virtù. E poi l’importante è saper giocare a calcio e io lo so fare. Lo dimostra il fatto che, ovunque sia andato, ho sempre detto la mia”. Spera di rifarlo Ettore, di ripetersi. In Serie B possibilmente, guidando l’attacco del Cosenza. Perché la voglia di rincorrere i suoi sogni non l'ha ancora persa



Google Privacy