Dal Barcellona allo Schalke 04, quando nel calcio non è finita: le rimonte storiche

style="text-align: justify;">Quando nello sport... non è finita. Lo sembrava, eppure non lo era. In qualsiasi sport, calcio ovviamente compreso, dove le rimonte (in una partita o in una stagione) non sono mancate. Ne abbiamo scelte 10, quelle che valse un semplice successo, un traguardo importante o addirittura un trofeo. Difficile scegliere, a voi adesso la parola. Qual è la vostra rimonta preferita? Intanto però partiamo dall'ultima in ordine di tempo, quella dello Shalke 04 contro il Borussia Dortmund in un clamoroso derby della Ruhr:

Borussia Dortmund 4-4 Schalke 04 (25 novembre 2017 - Bundesliga) - I tedeschi si sa, non amano i capovolgimenti clamorosi. la loro natura ordinata e precisa lo impedisce, ma nello sport non c'è limite che tenga. Soprattutto in Bundesliga, quando ad affrontarsi sono la terza e la quarta della classe. Se poi ti trovi al Westfalenstadion, con la muraglia gialla davanti agli occhi, e la partita è il Derby della Ruhr, allora non ne parliamo. A Dortmund sembra tutto perfetto, perché i padroni di casa vanno a bersi un tè caldo in vantaggio per 4 a 0. Aubameyang, Gotze, Guerreiro e l'autogol di Stambouli fanno cantare i tifosi gialloneri, che tornano a sedersi sugli spalti ad inizio ripresa con qualche birra di troppo sul groppone. E, probabilmente, ad un certo punto hanno pensato di essere totalmente in preda ai fumi dell'alcool. Già, perché Burgstaller prima ed Harit poi accorciano le distanze nel giro di quattro minuti al 61' e al 65', poi l'espulsione di Aubameyang comincia a far salire più di un brivido sulle schiene dei tifosi locali. Caliguri fa 4-3 a tre minuti dalla fine, con l'arbitro che ne da' sette di recupero. Ma a Naldo ne bastano quattro per completare una pazza rimonta, che rimarrà nella storia. Proprio come la corsa dell'allenatore dello Schalke Domenico Tedesco, impazzito di gioia. Lui che non perde da oltre due mesi e che non vuole perdere il treno Champions. Per farlo, bisognerà correre forte, proprio come dopo la rete di Naldo. Per farlo servono emozioni e chissà, magari anche rimonte del genere. Comunque andrà a finire, il 4-4 di Dortmund è destinato a rimanere nella storia.




Brasile-Uruguay 1-2 (16 luglio 1950 - Coppa del Mondo) - Va bene non essere scaramantici, ma a vedere il caso dello storico Maracanazo tutti direbbero che i brasiliani se la sono cercata. Il giorno prima della finale del Mondiale del 1950, in Brasile, cominciò una sorta di carnevale estemporaneo, con feste in città, caroselli in giro per le strade e in bella vista maglie con scritto "Brasile campione". A pochi minuti dall'inizio della finale con l'Uruguay, il prefetto annunciò già la vittoria della Nazionale verdeoro. Al gol del vantaggio di Friaça, il Maracanã era già una bolgia. Tutti la vedevano già in mano ai propri idoli. E invece? Schiaffino (mai nome fu più azzeccato) prima e Ghiggia poi, a 10 minuti dalla fine. Caroselli smontati, lutto nazionale. "E va be', però ve la siete cercata...".

Manchester United 2-1 Bayern monaco (26 maggio 1999 - Champions) - Gunnar Solskjær adesso è sulla panchina del Molde, ma a distanza di 16 anni e più è ancora dentro al cuore dei tifosi del Manchester United. E' bastato poco. Giusto giusto un gol al 93', in finale di Champions League, contro il Bayern Monaco. Ah, e non un gol qualunque, no no: ma la rete del sorpasso, in pieno recupero, dopo esser stati sotto fino al 91'. Davanti ai 90mila del Camp Nou, Sheringham, al 91', aveva già mandato in estati i tifosi del Red Devils. "Saranno supplementari..." E invece no! Solskjær trafigge Kahn e regala la Coppa dalle Grandi Orecchie a Ferguson. Ah, sia Sheringham che Solskjær non erano partiti titolari, ma subentrati nella seconda parte della ripresa. Quando si dice il destino. Beffardo per il Bayern, delizioso per lo United.



Liverpool-Milan 3-3 (22 maggio 2005 - Champions) - Andate da un milanista e nominategli Istanbul, la Champions League e il Liverpool. Vedrete che non sbaglierà nessuno. Un incubo. E come biasimarli, quando ti ritrovi sopra 3-0 al fine del primo tempo in una finale di Champions. E poi avevano segnato il capitano, Maldini: niente di meglio, no? E invece ecco arrivare i sei minuti più brutti della storia recente rossonera: Gerrard, Smicer, Xabi Alonso, al 54' al 60'. Una delle rimonte più incredibili davvero. E quando le cose si mettono così... non puoi che perderla, alla fine. Supplementari, rigori e un Dudek da capogiro. Quest'ultimo nome non nominatelo neanche ai milanisti, please.

Manchester City - QPR 3-2 (13 maggio 2012 - Premier League) - L'importanza delle rimonte è data anche dalla grandezza della posta in palio. Ed è così che Roberto Mancini è entrato nella storia del Manchester City, nonostante una stagione non eccezionale. Perché malgrado ciò l'allenatore jesino è riuscito a conquistare il titolo della Premier League, e non in un modo normale. In un Etihad Stadium gremito in ogni ordine di posto, in estasi all'ultimo secondo. Sì, perché al 90', contro il QPR, il City era sotto 2-1. E per salire in vetta alla classifica serviva una vittoria. No problem, ci pensa Aguero! Prima Dzeko, però, al secondo minuto di recupero. Poi El Kun, all'ultimissimo secondo: la mette dentro e manda in delirio la parte blue di Manchester. Gol vittoria al 94' e titolo conquistato, a 44 anni dall'ultima volta. Semplicemente incredibile. Curiosità: nella stagione successiva la maglia più venduta di tutto il merchandising del City fu quella con scritto "Agueroooooooo" e il numero 94, ovviamente!



Reggina 2006/2007 - D’accordo, non sarà valsa uno scudetto o un Champions League, ma la rimonta della Reggina di Walter Mazzarri nel 2006/07 resta comunque storica. -15, poi lo sconto a -11: una condanna alla retrocessione, quasi, ma la stagione è sorprendente. Quaranta punti in classifica (51 al netto della penalizzazione), vittorie storiche ed una salvezza da leggenda del club. La miglior stagione della storia della Reggina? Probabilmente sì, sicuramente una rimonta - tutta in salita - che valeva come uno scudetto.

Inter-Roma 4-3 (26 agosto 2006 - Supercoppa Italiana) - Novanta minuti non bastarono, ne servirono 120 per assegnare quella Supercoppa Italiana. A chi? All’Inter di Roberto Mancini., che in maniera spettacolare superò la Roma di Spalletti. 26 agosto 2006, si gioca a San Siro. Dopo 34’ è 0-3: Mancini e doppietta di Aquilani. Al 44’ accorcia Vieira, e l’Inter torna a crederci: Crespo, poi ancora il francese. 3-3 e supplementari, dove al 94’ segna Figo il gol del 4-3: rimonta completata e trionfo nerazzurro. Clamorosa rimonta.



Dinamo Kiev-Inter 1-2 (4 novembre 2009 - Champions League) - Cinque minuti possono cambiarti la vita, o la stagione. Chissà come sarebbe andata all’Inter di Mourinho, una squadra che in Europa non vinceva da un anno. Kiev, clima gelido e nerazzurri sotto di un gol. Prospettive negative, e allora Mou cambia modulo e rivoluziona la squadra. Una sconfitta trasformata in vittoria, in 5 minuti segnano Milito e poi Sneijder. 2-1, partita (e storia europea) ribaltata.

Curzon Ashton FC - AFC Wimbledon 3-4 (4 dicembre 2016 - FA Cup) - Doccia fredda dopo 1 minuto, primo tempo chiuso sotto di due reti e ora di gioco appena passata costata il tris di un incontenibile Adam Morgan: tripletta, 3-0 e partita in ghiaccio per i padroni di casa? Nemmeno per sogno. Perchè se è vero che una volta toccato il fondo si può solo risalire, tale massima è stata presa immediatamente alla lettera dai Dons: TRE minuti tre, dall'80' all'82', per pareggiare incredibilmente la partita, sfruttando il pazzesco blackout della squadra di Flanagan e rimettendo totalmente in piedi il discorso qualificazione. Ad aprire e completare la rimonta, con sorpasso, ci pensa Tom Elliott: colpo di testa vincente nel quinto ed ultimo minuto di recupero ed impensabile ribaltone divenuto realtà, quanto l'accesso al 2° turno di FA Cup. Chi di doccia fredda ferisce...



AFC Bournemouth - Liverpool FC 4-3 (4 dicembre 2016 - Premier League) - Momentaneo secondo posto alle spalle del Chelsea di Conte ad un passo, approccio ottimo alla gara e primo tempo chiuso con l'uno-due Mané-Origi tra il 20' e il 22': nell'ottimo momento vissuto dal Liverpool, ieri, sembrava davvero tutto apparecchiato per il risultato utile consecutivo numero 16 da raggiungere. E se l'1-2 di Wilson non aveva spaventato più di tanto i Reds, pronti a rispondere con il tris di Can, a lasciare sgomento Klopp è stato l'ultimo quarto d'ora di gara: prima Fraser (gol e assist) in contropiede, poi Cook con aggancio e girata da bomber d'area di rigore per fare 3-3 in...3 minuti. Finita lì? Niente affatto: a regalare l'ultimo colpo di scena è Karius: destro da fuori area non trattenuto e tap-in vincente di Nathan Aké per il definitivo 4-3 finale. Il risultato del giorno, almeno in Inghilterra: tra rimonte casalinghe e in trasferta, piccole e grandi realtà. Per quel colpo di scena chiamato rimonta che davvero non stanca mai.

E ultima ma sicuramente non per importanza proprio... Barcellona - PSG (8 marzo 2017)! Impossibile non rimanere a bocca aperta di fronte all'impresa dei marziani di Luis Enrique. Li davano tutti per spacciati dopo il 4-0 secco subito nel match d'andata in Francia. E invece... 1-0 Suarez, 2-0 autogol di Kurzawa in seguito alla magia di Iniesta. Fine primo tempo. "Stai a vedere che...", sugli spalti del Camp Non la fiducia aumenta. "Sì ma è dura". Secondo tempo, 3-0 al 50' su rigore di Messi. Ora sì, ci credono proprio tutti anche se al 3-1 di Cavani "È finita. Peccato, ci avevamo creduto...". Da quel momento in poi, l'imponderabile. Gli ultimi 8' di una partita che entrerà nella storia del calcio. Neymar segna prima il 4-1 e poi il 5-1. Ultimi secondi, tensione e speranza alle stelle. Basta ancora un solo gol. Quello che segna Sergi Roberto al 96' e che fa impazzire tutti i tifosi blaugrana firmando la remuntada del secolo. Non era mai successo niente del genere in Champions in 185 precedenti in cui si partiva da 4-0 di scarto nell'andata. Ed è proprio per questo che la vittoria del Barça verrà catalogata forse come la più grande di sempre.

A cura di Pierpaolo Matrone, Francesco Pietrella, Guido Barucco, Simone Nobilini, Simone Golia Google Privacy