Dal 'padre' Coppens all'erede Crujiff fino a Messi e Suarez: ecco il 'rigore tattico'
"Colui che batte deve calciare il pallone in avanti e non potrà giocarlo una seconda volta fino a quando lo stesso non sarà giocato o toccato da un altro calciatore. Il pallone sarà considerato in giuoco non appena avrà percorso una distanza pari alla sua circonferenza". Semplice ma chiaro, diretto e anche un filo scontato: è il calcio di rigore, cosa altrimenti. Ma in un mondo di estro e sregolatezza, di pathos e sorpresa, cosa c'è di meglio del motto 'fatta la legge, trovato l'inganno'? Chi l'ha detto che il penalty (in inglese fa più chic vero?) va battuto direttamente verso la porta? Basta luoghi comuni... è tempo di cambiare.L'avrà pensato Leo Messi questa sera nella sfida liguera contro il Celta Vigo. Risultato ormai in cassaforte, il tabellone del Camp Nou riflette un tranquillizzante 3-1 per i blaugrana firmato dalla pulce argentina e dalla doppietta di Suarez. A dieci minuti dalla fine, rigore per il Barcellona! Messi va sul dischetto ma, al posto di battere a rete, lascia rotolare la sfera qualche metro più in la per permettere all'accorrente Suarez di calare la tripletta personale. Ebbene si, signore e signori: ecco a voi il famoso 'rigore a due'. "Ma io una cosa del genere l'ho già vista" esclamano i tifosi più attempati sugli spalti del Camp Nou, "Ma certo, lo ha fatto Crujiff nel 1982".
Ebbene si, fu proprio il 'Profeta del gol' a mostrare al mondo del calcio questo nuovo modo di battere un calcio di rigore. Fino a quel momento è un anonimo 5 dicembre del 1982, le lancette hanno da poco superato mezzogiorno e Crujiff si appresta ad andare sul dischetto. Si gioca Ajax-Helmond e il risultato è fermo sull'1-o per i lancieri. L'olandese prende la rincorsa e, al posto di calciare, serve Olsen che restituisce la sfera al compagno per permettergli di infilare a porta sguarnita il raddoppio. Pubblico in estasi e gara rimasta scolpita nella storia del football.Alt, fermi lì. Una piccola correzione in corso d'opera ci è permessa? Allora rimediamo subito perchè, scorrendo a ritroso gli almanacchi, si scopre che la paternità del cd. 'rigore tattico' non appartiene a Crujiff, bensì a Rik Coppens, attaccante belga del Beerschot che lo sfoggiò nel lontano 1957 durante un Belgio-Islanda. L'Heysel come teatro, 6-1 il punteggio, Coppens si presenta sul dischetto e conta i suoi soliti sette passi (molti di più di CR7 che adesso si ferma 'solo a 3'). Rincorsa e...piattone per Piters che rimette al centro per il più semplice dei tap-in. Geniale? Non proprio, visto che il ct belga decise di non convocare Coppens per la partita seguente.
Trascorrono gli anni, il calcio cambia ma gli esempi restano e allora perchè non provare l'attraente 'giochino a due' anche in Premier? L'idea balena nella testa di Thierry Henry e Robert Pires che, in una sfida tra Arsenal e City della stagione 2005/2006, provano a sorprendere tutti. Tuttavia qualcosa va storto, e la gloria si trasforma in figuraccia. Non va meglio a Pereirinha e Rui Pedro, due promettenti talenti della nazionale Under 21 portoghese che, durante l'amichevole tra Portogallo e Capo Verde, decidono di esibire il 'rigore tattico'. Batte il primo, tocco per il compagno e...intervento di un difensore avversario che libera l'area. Contenti? Non proprio, visto che l'allora selezionatore Carlos Queiroz decise di escluderli a tempo indeterminato dalle convocazioni. C'è una linea sottile, canta Ligabue, tra esultare e subire, da un lato la figuraccia e l'oblio, dall'altro la gloria e la memoria: è il 'rigore tattico', cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?