Dal miracolo Girona al Siviglia capolista: le imprese di Machín

Il Siviglia capolista della Liga, opera di Pablo Machín. L’allenatore dei miracoli, delle grandi sfide e delle imprese riuscite. Ne ha dovute passare nella sua vita prima di potersi prendere il suo primo liderato solitario in classifica della carriera, cosa che al Siviglia mancava da 11 anni.

Un rapporto conflittuale il suo con il calcio, visto che nella sua città natale, Soria, non c’era nemmeno un campo per poterci giocare. Solo una grossa distesa di cemento per potersi ritrovare con gli amici e niente più. D’altronde lui viveva con la sua famiglia di contadini e sin da piccolo aiutava il padre a coltivare la terra.


Soria non c’era alcuna squadra locale e dovette andare a giocare a Numancia, città in cui avrebbe scritto pagine importantissime del suo futuro. Non da calciatore però, visto che a 23 anni si ritrovò costretto a lasciare il calcio giocato per colpa di un serio infortunio al crociato del ginocchio sinistro. Decise così da giovanissimo di lasciare la sua carriera di terzino per cominciare a spiegare la sua visione del calcio, prima da preparatore dei portieri, poi da allenatore del Numancia.

E lì è nata la sua predisposizione al miracolo che lo ha portato poi a essere il perfetto allenatore ammazza-grandi. Preparava alla grande questo tipo di incontri anche quando era allenatore in seconda: nel 2008, durante il periodo da vice di Kresic si tolse lo sfizio di battere alla prima giornata il Barcellona di Guardiola, che da quella partita in poi avrebbe scritto la storia del calcio.

Prima ma non ultima squadra leggendaria battuta da Machín in carriera. Visto che alla prima stagione in Liga da allenatore lontano da Numancia, riuscì a vincere alla guida del Girona, matricola assoluta della Primera División, contro il Real Madrid di Zidane. Uno dei tanti capolavori di un’annata strepitosa che lo ha portato a far lottare la squadra catalana per un posto in Europa League e a sedersi successivamente su una panchina prestigiosa come quella del Siviglia.


Siviglia che ha reso grande grazie alle sue idee, senza perdere il vizio di vincere contro le grandi: il 3-0 al Real Madrid è finora il successo più prestigioso di una squadra che ha cominciato a vincere e sembra non smettere più. Un “Apostolo del 3-5-2” come viene definito in Spagna, dove ha reso innovativo un sistema di gioco poco comune da quelle parti: anche perché lui ama lo spettacolo e ha creato un centrocampo fatto solo di trequartisti che fornisce in continuazione palloni per Ben Yedder e André Silva, entrambi scatenati sotto la sua gestione.

Il suo Siviglia ha segnato 18 gol in 8 partite, numeri che mancavano nella storia del club addirittura dal 1955. Machín è primo e subito dopo la sosta dovrà affrontare il Barcellona, in quello che potrebbe essere l’ennesimo miracolo della sua carriera.

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