Dal basket al barbecue: "Amo cucinare!". 5 curiosità su Jordan Lukaku, terzino della Lazio

Qualcuno lo chiama "Predator" per i capelli stravaganti. "Colpa" di una trilogia diventata cult. Somiglianze. Qualcun altro, invece, lo aveva etichettato come bidone dopo appena un'amichevole. "Troppo offensivo". Poi, sorpresa: titolare nelle prime due partite e bei giudizi dalla critica. Qualcuno si è ricreduto, altri no. Altri ancora l'hanno preso al fantacalcio sperando nell'affare. Pochi crediti, tante aspettative. Scommessa facile facile sulla strada della realtà. Perché oggi, Jordan Lukaku, gioca titolare e vuole stupire, alla faccia della critica. Arriva dall'Oostende e ha tantissime passioni. Dal barbecue al basket, fino alle belle auto. Anche se, a 18 anni, prese una multa di 3000€ per eccesso di velocità. Guidava una Mercedes, una delle tante curiosità. Scopriamole tutte. Ecco cinque chicche sul nuovo terzino della Lazio.

CHRONICLES OF VIAREGGIO

Italia sfiorata, Lukaku poteva arrivare almeno tre anni prima. Era il 2013, al Torneo di Viareggio impressionò tutti per facilità di corsa e capacità di spinta. Un bel treno, perse solo la finale contro il Milan. E i rossoneri lo volevano. Era tutto fatto, ma mamma Adolphine si oppose al trasferimento. Agli ottavi, poi, eliminò proprio la Lazio di Bollini. Destino. Il suo Anderlecht vinse ai rigori, Lukaku fu uno dei migliori. E Pollace - l'ex terzino destro biancoceleste - lo sta' ancora a cercà. 

HELL'S KITCHEN

Mettetelo ai fornelli e qualcosa uscirà fuori: "Amo cucinare, mi piace molto". Bene l'intenzione, un po' meno il risultato. Ai tempi dell'Anderlecht rese inagibile il suo appartamento a causa del frequente utilizzo del barbecue. Soffitto annerito, tutto sporco. Dirigenti infuriati. Risultato? 17000 euro di multa con tanto di scuse. Male male. Signor Gordon Ramsay, che parolaccia vuole utilizzare? Censura d'obbligo.

BROTHERHOOD

Toglietegli tutto ma non il "suo" Romelu. Compagno d'avventure e marachelle. Non di ruolo. Col padre sempre assente, Jordan ha visto nel fratello una figura di riferimento. Tanti sacrifici negli anni: "Ogni tanto ripenso a tutto quello che nostra madre ha fatto per noi". Ripagati, poi, da un Europeo vissuto insieme. E che emozioni: Romelu segna all'Irlanda, corre in panchina e si commuove. Al suo fianco c'è Jordan, che infatti piange insieme a lui. Come mamma Adolphine rimasta a casa: "Sapevo che i miei ragazzi avrebbero fatto qualcosa per la famiglia". Familyhood.

DOTTOR J. LUKAKU

Agli scarpini neri preferiva il camice bianco. Leggeva sempre, giocava poco. Suo fratello lo chiamava ma lui niente, restava in veranda col suo libro. Adolphine, però, aveva le idee chiare e lo spronava: "Ho sempre preferito che facesse il calciatore piuttosto che il medico". Detto, fatto. Quel camice rimarrà soltanto un bel ricordo, meglio gli scarpini.

SOGNANDO MICHAEL

In Nazionale indossa la 23 e non è un caso. Merito del basket e del suo primo idolo: quel Michael Jordan che volava a canestro coi Chicago Bulls. Jordan, appunto. Come lui. Chiamato così in onore di Michael, ex icona degli anni '90. Solo che Jordan - Lukaku - corre sulla fascia e sforna assist. Altri ruoli, altri sport, altri obiettivi. Ma nel tempo libero, col fratellone, c'è sempre spazio per due tiri a canestro. Sognando Michael. Ciaf. 

 

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