Dabbur da Nazareth, il Messia dell'Europa League

Per gli amici è Munas da Nazareth, per tutti è Dabbur. Numero nove del Salisburgo, prossimo avversario del Napoli di Ancelotti in Europa League, e capocannoniere dell'Europa League: 7 gol con quello segnato ieri contro il Club Bruges, . Nessun paragone con i piani alti, Dabbur a Nazareth c'è nato veramente: 14 maggio 1992. E da quel giorno è cresciuto a pane e pallone.

Il nonno è stato per trent’anni presidente di un club, il padre è stato un allenatore del Maccabi Ahi Nazareth prima di morire in un incidente stradale nel 2009. Dieci anni nei quali Munas ogni volta che torna a casa si ferma una/due ore al cimitero per parlare con papà Kasam: “Mi dà la sensazione di essere molto vicino a lui”.



Qualche difficoltà nell’andarsene via di casa quando iniziò a giocare al Maccabi Tel Aviv: poco più di 100 km che Dabbur si faceva tutti i giorni in lacrime quando tornava a casa dopo gli allenamenti. Sacrifici.

Se era difficile andare a Tel Aviv, figuratevi giocare in Svizzera: Grasshopper, per la precisione. La fortuna è stata che uno dei quattro fratelli lavorasse come medico a Strasburgo, a un’ora di macchina dal centro di Zurigo: “La mia salvezza, mi ha aiutato ad ambientarmi”. Una volta che si è sciolto non l’ha fermato più nulla, con tanto di doppietta e assist al debutto con la nuova maglia. Carta canta: 56 gol in 105 partite con gli svizzeri, compresi sei mesi di prestito da gennaio a giugno 2017 quando il cartellino era del Salisburgo.

Zamparini lo voleva per il dopo Cavani

L’Austria, altra tappa della carriera di Munas. Fondamentale. Qui ha avuto la consacrazione europea. E’ diventato una macchina da gol: 57, per la precisione. Già 20 quest’anno. E’ a -9 dal suo record di gol in una sola stagione. “Può risolverti la partita con una sola giocata – aveva detto il compagno Ramalho in una nostra intervista (QUI) – trova una soluzione anche dove non c’è”. Grande fisico e senso del gol".

Intuizioni e qualità. Da vendere. L’aveva capito Zamparini che voleva portarlo a Palermo dopo la cessione di Cavani, ma l’israeliano ha voltato le spalle preferendo il Salisburgo che l’anno scorso ha trascinato in semifinale di Europa League (anche un gol alla Lazio).

Alla voce 'trasferimenti futuri' c’è una bella spunta verde. Destinazione: Siviglia. Il club spagnolo l’ha già prenotato per la prossima stagione nel mercato di gennaio: “Abbiamo sempre saputo che prima o poi sarebbe andato in un grande campionato” ha svelato il direttore sportivo del Salisburgo Christoph Freund.

Tifa Arsenal e sogna Henry, il suo migliore amico è l’ex compagno e oggi centrocampista della Lazio Valon Berisha: “Una persona importante per me”. Non passa settimana in cui Dabbur non vada dal barbiere. E’ diventato quasi un rito, prima delle partite: “Per me è come andare al bar, incontro sempre persone per chiacchierare”. Per scaricare la tensione attacca la Play e gioca a Fifa: "Solo Fifa".



Il suo sogno è quello di chiudere la carriera a Nazareth, dove intanto ha aperto una scuola calcio per bambini israeliani e arabi. L’uguaglianza prima di un gol, il rispetto vale più di mille finte.

Sei israeliano? Allora non entri

Non vuole che un giorno a questi bambini possa succedere quello che è successo a lui: il Salisburgo deve andare negli Emirati Arabi per una tournée ma lui non può partire. Non l’hanno fatto entrare perché israeliano. Storie di vita e di guerre, purtroppo. C’è addirittura chi dice che il Liverpool voleva prendere Dabbur ma Salah – egiziano – avrebbe minacciato di andarsene se fosse arrivato un israeliano. Nonostante l’attaccante sia musulmano praticante.

E bomber, soprattutto. Di razza: segna gol a raffica, il Napoli studierà come provare a fermarlo. Il presente al Salisburgo, un futuro già scritto nel Siviglia. Ecco Dabbur, il Messia dell’Europa League.

@francGuerrieri

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