Cruijff, il figlio Jordi racconta il padre: "Diceva sempre che il calcio è fatto per divertirsi, non per soffrire"

Johan Cruiyff è andato via esattamente un anno fa. Un giocatore divino ed un grandissimo allenatore, scomparso troppo presto per un irrimediabile cancro ai polmoni. La maestosità di Cruiyff è cosa nota, come sa benissimo suo figlio Jordi. L'attuale direttore sportivo del Maccabi Tel Aviv ha rilasciato un'intervista a El Larguero, programma di Cadena Ser, ricordando così suo papà: "Non passa giorno in cui non mi vengano raccontati aneddoti su mio padre. C'è sempre stato rispetto per mio padre, per la sua filosofia di calcio, per il suo tipo di gioco e per l'allenatore che è stato. Non è solo una forma di rispetto, ma è soprattutto affetto nei suoi confronti e io posso dire di essere orgoglioso per quello che ha lasciato. Non solo a me come padre, ma anche per tutto quello che ha insegnato a questo mondo. Ha lasciato un'eredità importante: diceva di anteporre il gioco al risultato, perché lo sport è fatto per divertirsi, non per soffrire. Credo che nella maniera in cui si è originato il 6-1 del Barça al Psg si sarebbe divertito a vederlo al Camp Nou. Mio padre si sarebbe complimentato con il Barcellona per averci creduto fino alla fine quando quasi tutto il Camp Nou non ci credeva. Ci sono molte generazioni del Barcellona che si stanno sviluppando secondo il mito di mio padre e questo è molto bello. Il prossimo allenatore del Barcellona? Si fanno i nomi di Eusebio Sacristan, Unzué, Valvedre o Koeman sono tutti suoi discepoli. Credo che tutti difendano la sua filosofia e a lui piacerebbero".

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