CR7, il suo primo allenatore svela: "Allo Sporting voleva mollare, poi..."

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Corre il 1997 e lo Sporting Lisbona accoglie un ragazzo giovanissimo, convinto di voler sfondare nel mondo del calcio. Prima esperienza lontano da casa, nostalgia che si fa sentire ma in testa una voglia matta di farcela.

Lui si chiama Cristiano Ronaldo e, se oggi è diventato il giocatore che tutti conoscono, lo deve un po' anche a Leonel Pontes, il primo allenatore del portoghese: "L'ho visto per la prima volta nel marzo del 1997 in un torneo di calcio alla Camara de Lobos, mi venne presentato dal suo padrino. Mi dicevano che c’era un giocatore di grande qualità e con caratteristiche uniche. Era magro e sottile come un pennello, ma con un occhio vivo e luminoso" le parole di Pontes alla Gazzetta dello Sport. "Allo Sporting ci sono stati momenti duri, voleva tornare a casa ma continuò. Alla fine del primo anno di allenamenti, trascorse una vacanza a casa dei miei a Madeira. Mia madre mi ha chiese se quel ragazzo, quel Ronaldo, sarebbe diventato un calciatore. Risposi che ero sicuro, Cristiano sarebbe esploso".

L'addio al Real e l'arrivo alla Juve, Pontes esprime poi il suo punto di vista: "Non sono rimasto sorpreso dal fatto che abbia lasciato i blancos, sono state pubblicate varie notizie sul suo disappunto per la mancanza di supporto in alcune questioni professionali e private. Lui è un uomo che vive di grandi sfide, perciò ha scelto la Juventus. So che è motivatissimo, vuole rispondere positivamente alle aspettative in un campionato molto difficile. In Serie A le squadre difendono sempre molto bene e ci sono meno spazi, ma si imporrà anche in Italia".

Infine Pontes svela un aneddoto curioso: "Un giorno mi fece arrabbiare perché lo incontrai alla fine di un allenamento e gli chiesi: 'Che cosa stai facendo? Finito il tuo lavoro in campo dovresti riposare'. E lui: 'Mister, ho bisogno di farlo, ho bisogno di essere veloce con le mie gambe' Aveva messo i pesi sulle sue caviglie e per un po’ continuò a lavorare così. Quella volta mi fece perdere la pazienza. Ma oggi capisco che anche quello serviva per diventare cosa è adesso".

L'intervista completa sulle pagine della Gazzetta dello Sport in edicola oggi...

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