Costacurta: "Il Milan in Champions è utopia, ma anche pensare di vincere lo scudetto nel '99 lo era..."

Un Milan da Champions? Siamo appena alla dodicesima giornata, ma la classifica sorride ai rossoneri, terzi e distanti appena un punto dal secondo posto, che significherebbe qualificazione diretta. Qual è il segreto dei rossoneri?

"Montella. E’ lui il valore aggiunto" - dichiara Alessandro Costacurta nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - "Grazie al suo culto del possesso palla, ha alzato il livello di personalità della squadra. Prima vedevo frenesia, adesso si nota una maggiore pazienza nell’impostazione. La ricetta funziona perché non ha portato chissà quali meraviglie, ma la semplicità. Mi pare un’ottima interpretazione, dal momento che non ha una rosa di grande qualità. E' fortunato, ma la fortuna uno deve andare a cercarsela. Io ho avuto tecnici fortunati, come Sacchi e Zaccheroni, ma era gente che azzardava ed è stata premiata. Ha saputo adattarsi e adeguarsi al materiale che aveva, senza cadere nella tentazione di snaturarlo. Questo è indice di flessibilità e intelligenza. Ed è la sua forza. La cosa paradossale è che Berlusconi si ritrova un tecnico capace di dargli grandi soddisfazioni proprio nel momento in cui sta per uscire di scena".

E' il Milan che sognava il presidente: "Direi che è troppo tardi per tornare indietro nella scelta di cedere. Però sono sicuro di una cosa: sotto sotto spera che vada tutto a monte, perché questo è il Milan che lui aspettava di vedere da anni. La forza di questa squadra è la capacità di reazione, e soprattutto lo spirito. Ora il Milan è una squadra, un gruppo in cui c’è aiuto reciproco, una corsa in più per aiutare il compagno. Penso ad esempio al finale di Palermo: Abate era stanchissimo , ma quando Suso aveva palla provava comunque a salire, a dare un’opzione in più al compagno. Ecco, questi sono segnali importanti. Credo che in questo momento sia questa la differenza fra Milan e Inter. Là non si aiutano, è venuto a mancare questo spirito".

Giovani e italiani, finalmente il progetto va: "Mi piace molto, è davvero interessante. E poi il Milan si è liberato di alcuni personaggi, ad esempio Menez e Mexes, che non avevano lo spirito che riconosco nella rosa attuale. Ecco, è proprio questo spirito che potrebbe portare la squadra in Champions. Facciamo chiarezza: questa non è una rosa da Champions, ce ne sono altre maggiormente strutturate. Parlo di Juve, Roma e Napoli, che ritengo superiori a livello tecnico, fisico e caratteriale. Se si fa un’analisi a tavolino, è utopia pensare al Milan in Champions. Però, ripenso alla mia esperienza diretta, e dico: con Zaccheroni nel 1998-99 eravamo da quarto-quinto posto, eppure abbiamo vinto lo scudetto, nonostante non fossimo strutturati per vincere. E’ successo perché lui ha costruito una squadra, intesa come gruppo".

Consigli per gli acquisti di gennaio? "Direi che possono bastare un paio di innesti, ma devono essere entrambi di esperienza. Un centrale difensivo e un regista, anche perché a Locatelli non ci sono alternative. Da quello che sento, a gennaio il Milan sarà passato di mano: bene, se la classifica sarà ancora questa, è doveroso provare a rinforzare la squadra".

Google Privacy