La delusione in panchina di Cosmi: "Effetto feroce"
Quella faccia desolata in panchina a fine partita dice tutto. Serse Cosmi a fine primo tempo vedeva il Crotone vincere 2-0, poi una sconfitta per 3-2. “È stata una grande delusione” ha commentato ai microfoni di Sky, “Ma non solo per me: per la città, per i tifosi, per i giocatori stessi. Noi non stiamo vivendo una situazione normale, a livello psicologico una sconfitta ha un effetto anche più feroce. Per noi andare in vantaggio anche di due gol è un’impresa: è un dolore durissimo da sopportare questa rimonta. Ti vengono in testa mille pensieri, ma il mio ruolo impone di andare avanti e somatizzare: i tifosi ci hanno chiesto di onorare la maglia, e non è uno slogan. Noi lo faremo da qui fino alla fine del campionato”.
"Abbiamo giocato un primo tempo perfetto" continua l'allenatore, "con solo qualche piccolo errore. Il problema è come abbiamo giocato nella ripresa: abbiamo sbagliato subito un pallone. Siamo entrati in campo con un po’ di rilassatezza - è impossibile essere superficiali nella nostra condizione-, pensando di poter gestire così come nel primo tempo".
"Bisognava saper difendere in una situazione con tanti giocatori offensivi loro, bastava non dico rinviare, ma mettere una palla logica verso gli attaccanti e ci saremmo trovati in parità numerica. Non riuscivamo a contenerli: abbiamo subito due gol non con la difesa schierata, ma con tutta la squadra schierata. È un peccato, perché a livello psicologico è una mazzata: se perdi dall’inizio, puoi anche accettarlo; qui no. Torniamo con due sconfitte che ci mettono in enorme disagio, ma vorrei lasciare un segnale non positivo, ma chiaro: chi si aspetta di giocare contro un Crotone arrendevole spero faccia un grande errore. La squadra l’avete vista: se 8 gol non bastano per portare a casa più di tre punti, allora diventa problematico. Ora abbiamo una settimana per poter recuperare, utilizzeremo questi giorni per poter creare qualcosa di unico, magari dando un pizzico di rabbia e orgoglio in più".
Possibilità di restare? “Ultimamente non abbiamo parlato. Quando venivo a Crotone a firmare, non ho voluto nessuna clausola, nemmeno in caso di salvezza. Io so le società quello che stanno soffrendo. O meglio: alcune le soffrono per demeriti propri, il Crotone per la pandemia, che ha penalizzato molto le società serie. Quelle meno serie hanno solo aggiunto problemi che già avevano. Se ne riparlerà, ci sono 10 partite: era tanto tempo che non stavo in Serie A, ho dieci gare e voglio combattere”, conclude.