Coronavirus, il presidente del Sion licenza alcuni giocatori

Senza mezze misure. Il campionato è fermo e non ci sono entrate? Bene, interrompo i contratti. Questa è stata la decisione del presidente del Sion Christian Constantin. La massima carica della formazione svizzera che milita nella Super League, l'equivalente della nostra Serie A, ha preso questa decisione drastica per l’emergenza coronavirus.

Risoluzione immediata e senza preavviso dei contratti di alcuni giocatori, a carattere unilaterale. Inizialmente il numero uno della squadra biancorossa aveva proposto ai propri dipendenti una riduzione dei salari, con il tetto massimo di 12.350 franchi mensili, ovvero quelli garantiti dall’assicurazione contro la disoccupazione. Ma non tutti l'hanno accettata.

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Una misura prevista in Svizzera

Chi? Tra gli altri gli ex Serie A Doumbia, Kasami, Djourou e l’ex Arsenal e Barcellona Alex Song, che si sono trovati senza squadra da un giorno all’altro. Una misura in verità prevista in Svizzera, dove esiste infatti una cassa integrazione speciale per le situazioni in cui un lavoratore non può offrire prestazione per colpa di eventi terzi. La casistica riguarda principalmente situazione come lavori stagionali (per esempio i cantieri), ma è stata estesa anche al calcio: esiste la possibilità di chiudere i contratti anticipatamente, per aiutare il datore di lavoro a gestire la mancanza di entrate. In particolare, ai giocatori sarebbe garantita una percentuale dello stipendio, garantita in parte dallo stato e in parte dal club.

Kurzarbeit

La misura, precisamente, si definisce Kurzarbeit: "Lavoro ridotto, breve". Prevede che l'80% dello stipendio venga pagato dallo Stato (fino ai già citati 12.350 franchi mensili), così da non pesare sulle casse dei datori di lavoro, senza andare a intaccare i due anni previsti per legge di eventuale disoccupazione. Tale misura per la prima volta è stata applicata anche al calcio, vista la straordinarietà dell'emergenza. Per ora, il problema sembra riguardare principalmente società come il Sion e, forse, anche il Basilea, vale a dire quei club più ricchi, i cui giocatori percepiscono stipendi molto alti. Di qui il rifiuto da parte di qualcuno, che si sarebbe trovato a rinunciare a 30-40mila franchi al mese. Intanto, gli allenamenti sono bloccati fino al 29 marzo (ma la sospensione potrebbe essere estesa a metà aprile) e le amichevoli sono vietate fino al 30 aprile.

Le associazioni: "Cause di forza maggiore inaccettabili"

Tornando al caso del Sion, alcuni giocatori hanno accettato la proposta del club, altri no. E per questo motivo il club ha deciso di privarsi, in breve tempo, di questi contratti. Ora bisognerà capire se andrà incontro a delle penali. Quali? Quelle che per le quali si battono le associazioni preposte a difendere i giocatori. L’Associazione svizzera dei calciatori (SAFP), intanto, ha già presentato una nota di protesta verso Constantin, ritenendo inaccettabili le “cause di forza maggiore” che ha utilizzato il presidente per rescindere i contratti. Il presidente della SAFP Lucien Valloni ha già informato il Sion, attraverso una lettera, che questi licenziamenti abusivi saranno revocati in tempi molto stretti e che si aprirà una discussione sulle possibili alternative da adottare. Nelle prossime ore sono attesi sviluppi per sapere il destino dei calciatori tesserati con la squadra svizzera.

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