Il boomerang chiamato cucchiaio: croce e delizia dei rigoristi

Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Così cantava Francesco De Gregori. Tutti d’accordo? Forse. Cucchiaio, scavino, scavetto. Chiamatelo come preferite. Sta di fatto che questo affascinante e coraggioso gesto tecnico spesso si rivela come un vero e proprio boomerang per i rigoristi. A volte, infatti, il rumore che segue al tiro non è quello della rete e delle grida festanti dei tifosi, ma quello dei guantoni del portiere avversario. Diciamo che il filo tra “che grande rigore” e “che figuraccia” è molto sottile. Ne sa qualcosa Massimo Coda, bomber del Benevento, che ieri sera sul punteggio di 1-0 per l’Hellas al Ciro Vigorito, ha tentato il colpo da novanta, facile preda di Silvestri. Un errore maggiormente evidenziato proprio dal gesto tecnico. Ma Coda non è il primo e non sarà neanche l’ultimo.

Tra le vittime illustri, ricordiamo Moise Kean: il classe ’00 che dopo la rete al Bologna nell’ultima giornata di campionato stagione 2016-2017. Nella semifinale delle Final Eight di Primavera scelse la soluzione più raffinata che però non pagò. Ci cascò anche Andrea Pirlo. Trofeo Gamper del 2010. Poco male, “il maestro” si rifece all’Europeo del 2012 contro l’Inghilterra. Da un amichevole ad un derby. Atlas e Chivas sono sull’1-1, minuto ’95 Arturo Gonzalez dal dischetto e … maledetto cucchiaio! Il derby finisce 1-1. E’ successo anche a Neymar, in Coppa del Brasile. il suo cucchiaio fu facile preda di Lee e l’immagine di un bambino che piange sugli spalti fece il giro del web.

Ma torniamo in Italia, con i casi più famosi. La magia del “mago” Maicosuel è ancora negli occhi dei tifosi dell’Udinese. Preliminare di Champions League, il suo cucchiaio fa incassare la seconda eliminazione in due anni per Guidolin e segnò anche, lo spartiacque della sua avventura in Friuli. Il cerchio non poteva che chiudersi con Francesco Totti, vittima del suo stesso marchio di fabbrica. Accadde nella stagione 2004-2005, ad ipnotizzarlo fu Sicignano, allora portiere del Lecce.

Spesso esaltante, spesso meno, il cucchiaio ha sempre il suo fascino. Comunque vada sarà un successo? Non sempre, fare i conti con il cucchiaio a volte non è cosa semplice


A cura di Francesco Falzarano


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