Il vento delle Azzorre soffia forte in Portogallo: il Santa Clara può sognare ancora l’Europa
Se vi dovesse capitare di vedere una formazione composta da “Adriano, Lima, Serginho, Klismahn, Almeida”, sappiate che non sta per iniziare un’amichevole tra vecchie glorie del calcio, ma si tratta di una partita del Club Deportivo Santa Clara, la squadra delle Azzorre che sta stupendo il Portogallo.
Dopo la dominante stagione in Liga 2 dello scorso anno, il club di Ponta Delgada, si trova attualmente quarta in classifica dietro soltanto alle grandi Sporting, Porto e Benfica. Con i suoi 21 punti conquistati, ha raggiunto il miglior risultato di sempre - dopo le prime undici giornate di campionato - nella storia del club. Un traguardo minimo che la proietta verso una qualificazione europea che sarebbe storica, come già avvenuto nella stagione 2021/2022 con l’accesso in Conference League.
Il cammino nel segno della stabilità
Unica squadra delle Azzorre ad arrivare nella massima serie portoghese, il Santa Clara è allenato dal portoghese Vasco Matos che ha condotto il club alla promozione in Liga 1. La rosa è rimasta praticamente invariata rispetto alla passata stagione: solo un innesto questa estate, quale il difensore Frederico Venâncio (tornato in Portogallo dopo quattro stagioni all’Eibar) ad aggiungere esperienza ad una rosa che, comunque, si presentava come una delle più “anziane” del campionato. Ma ciò che risulta altrettanto sorprendente è che il Santa Clara sia composta quasi interamente da giocatori brasiliani e portoghesi, rimarcando così una forte connessione tra le due culture calcistiche e la precisa scelta societaria di valorizzare il talento “lusofono”. Con gli interpreti che non cambiano, anche il modello di gioco utilizzato da Matos è sempre lo stesso: un collaudato 3-4-3 in grado di esaltare le sue ali e di garantire un’efficace fase offensiva, senza trascurare i punti di forza della sua gestione. Forte applicazione tattica e solida fase difensiva. Nonostante la cospicua presenza di calciatori “verdeoro”, il possesso palla non è la caratteristica migliore della squadra: l'obiettivo rimane comunque quello di innescare l’azione a partire dai tre difensori centrali prediligendo una rapida progressione del pallone attraverso gli esterni.
Il vecchio logo e gli intrighi con il Benfica
Ci sono alcuni elementi curiosi che legano il Santa Clara a una delle grandi del calcio portoghese. Ad esempio, l’incredibile somiglianza del logo, utilizzato fino a pochi mesi fa, con quello del Benfica con cui condivide anche gli stessi colori sociali. Diverse sono le teorie che accosterebbero la connessione trai due club: quella più accreditata risale agli anni Trenta, poco dopo la sua fondazione, quando la squadra delle Azzorre aveva attraversato un tour direzione Portogallo continentale divenendo la prima dell'arcipelago a giocare in quel territorio (e affrontando proprio il Benfica). A sostegno dell’affinità tra le due società, vi è un altro recente aneddoto che riguarda l’ultima partita giocata nel vecchio “Estadio da Luz” nel 2003, quando ad affrontarsi furono proprio Benfica e Santa Clara. Ma oltre all’aspetto storico-sportivo, a coinvolgere le due società, è stata l’inchiesta giudiziaria denominata “Mala Ciao” del 2018 che ha colpito il Benfica per presunti reati di corruzione e frode fiscale legati a trasferimenti di giocatori e manipolazione di risultati sportivi. Il caso ha coinvolto alcune piccole società portoghesi, tra cui anche il Santa Clara.
Un futuro ancora da scrivere
L’avversario della dodicesima giornata di campionato sarà lo Sporting Lisbona ma prima c’è un altro appuntamento con la storia. Domenica 24 novembre, contro il Famalicão, l'occasione di raggiungere per la quarta volta nella sua storia gli ottavi di coppa di Portogallo.
Anche se lontano dai riflettori delle grandi città, il club di Ponta Delgada rappresenta con orgoglio l’arcipelago delle Azzorre e contro ogni pronostico vuole provare a ritornare in Europa dando battaglia alle big del campionato facendo sognare i suoi tifosi in una stagione fino ad ora straordinaria.
A cura di Marco Manniello
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