Chiavi del centrocampo in mano e tappa fissa a casa della nonna, Gerli carica la Robur Siena: “L’obiettivo si chiama Serie B. Che dispiacere quando dovetti lasciare la Lazio”

La sorpresa più piacevole di una delle rivelazioni più belle di questa Serie C. Da giovane in cerca di consacrazione, Fabio Gerli nella Robur Siena si è trasformato in un perno. Un insostituibile di Mignani, che a lui non rinuncia davvero mai. Mai. Tanto che, con le chiavi del centrocampo in mano, tocca al classe ’96 dettare i tempi della squadra. Non solo. Ora si è messo anche a segnare! Sabato scorso infatti è arrivato il primo gol stagionale nel derby contro la Pistoiese. Una rete pesantissima: “Sono contento perché qui ho avuto fiducia fin da subito e sta andando tutto alla grande”, racconta Gerli in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com.


Eppure, nessun festeggiamento particolare perchè “avrei voluto festeggiare con mamma e papà ma dopo la partita sono dovuti scappare visto che alla mattina sarebbero andati al lavoro”. Via di corsa verso Passo Corese “che è in provincia di Rieti ma più vicino a Roma”, dove Fabio è nato e cresciuto e dove “torno sempre alla domenica dopo le partite quando… vado a mangiare a casa di mia nonna Rossella. Lo ammetto: quando torno da lei alla domenica la dieta da calciatore passa in secondo piano”, racconta Gerli ridendo.


Ragazzo genuino e gentile, Fabio. Un tipo “tranquillo fuori dal campo senza hobby particolari. In futuro però mi piacerebbe provare a laurearmi. Noi giocatori abbiamo molto tempo libero e quindi mi ci potrei dedicare”. Ha iniziato a giocare a calcio “guardando mio fratello più grande e grazie a mio papà, che ha sempre avuto una grande passione per questo sport”. E pensare che "all’inizio, a dir la verità, non mi faceva impazzire! Invece verso i 4 o 5 anni ho imparato ad apprezzarlo e non mi sono più fermato”.


Fino addirittura ad arrivare a vestire la maglia della squadra del cuore: la Lazio. Un’avventura durata dai 10 ai 13 anni che tuttavia si è conclusa “in modo inaspettato. Certo, quando la mia strada si è separata da quella della Lazio ci sono rimasto male perché avevo trascorso lì 3 anni bellissimi. Per fortuna ero ancora piccolo e ho guardato subito avanti”. Cercando di emulare le gesta dell’idolo di sempre: “Iniesta! Ho iniziato a seguire le partite in tv con vero interesse nel momento in cui il Barça stava cominciando a vincere tutto. Per un centrocampista poi, lui è davvero il massimo”. E chissà che ora la Lazio, ammirando un Gerli su questi livelli, si sia pentita di non aver investito fortemente su di lui.


Chi invece nel farlo non ha avuto alcun dubbio è stata l’Entella, abile a portare in Liguria nel 2014 quel classe ’96 che, in seguito al divorzio con la Lazio, si era accasato nel frattempo all’Urbetevere. Andando così a porre le basi della ‘gioielleria’ costruita dall’allora direttore dell’area tecnica, Andrea Grammatica. Un settore giovanile all'avanguardia che negli ultimi tempi ha regalato diversi talenti alla prima squadra. “A consigliarmi all’Entella fu Sergio Mezzina. In realtà sarei dovuto andare al Taranto, poi però la società è fallita e così sposai il progetto Entella”.


La consacrazione tuttavia è arrivata quest’anno col prestito alla Robur Siena, dove Gerli sta vivendo il suo magic moment in tutta spensieratezza: “Alla mattina mi sveglio con molta calma, mangio in casa e poi ci troviamo al campo con tutti gli altri. Dopo allenamento trascorro sempre molto tempo coi compagni e giochiamo spesso alla Play. Lo ammetto: io a Call Of Duty sono il più scarso! Me la cavo meglio a FIFA, continua il giocatore sorridendo con genuinità. Bel gruppo, la Robur Siena. Ma soprattutto unito e… scaramantico! Con 7 napoletani in spogliatoio non può che essere così – ride -. Quindi, per ovvie ragioni, la Serie B è un argomento tabù. Per il resto, i più scherzosi sono Emmausso, Marotta e Bulevardi”.


Rispettando la scaramanzia ma guardando la classifica – secondi a quota 58 a due lunghezze dal Livorno ma con una partita in più -, è impossibile non azzardare almeno un pensierino al salto di categoria. “A inizio stagione nessuno avrebbe mai pensato che saremmo stati lì a lottare per il titolo col Livorno e davanti a squadre come Alessandria e Pisa. Ora vogliamo fare ancora di più. L’obiettivo è quello, ci proveremo fino alla fine con grande spensieratezza perché non siamo una squadra costruita per vincere ma tutto ciò che stiamo vivendo ce lo siamo costruito noi”. Per il futuro di Gerli invece, chissà: “Non ho ancora sentito nessuno dell’Entella e non conosco né i loro programmi né quelli del Siena. Adesso come adesso sono un giocatore della Robur e da qui alla fine continuerò a dare tutto per questa maglia. Quel che è certo è che, ovunque andrò, non mi sentirò più un giovane del settore giovanile. Una presa di posizione oggettiva per chi inevitabilmente si è rivelato la sorpresa più piacevole di una delle rivelazioni più belle di questa Serie C.

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