Cambiare il soccer, facendo calcio. Fiorentina: chi è Rocco Commisso

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Si chiama Rocco Commisso ed è nato a Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria. Meglio dei vari Pallotta, Saputo e Tacopina (di Stoneham, Montréal e New York), a mascherare una vita negli States o in Canada. Ma, pochi dubbi e firma a un passo, la Fiorentina che verrà si unisce al club delle americane d'Italia.

Meno di un anno fa Commisso ci aveva provato a Milano, dove oggi si è riunito con la dirigenza viola. David Han Li, direttore esecutivo del Milan, era volato a New York per intavolare la trattativa con il tycoon. Sembrava fatta, ma alla fine i rossoneri sarebbero passati nelle mani del fondo Elliott. Dell'imprenditore italo-americano, con un profilo che ricorda quello del primo Berlusconi, rimaneva solo il 'chissà come sarebbe stato'.

 

 

Perché gli oltre 4 miliardi di dollari di patrimonio di Commisso poggiano anche sulla sua passione per il calcio. Non per modo di dire: è stato grazie al pallone che Rocco si aggiudicò una borsa di studio alla Columbia University (che nel 2013 gli ha dedicato lo stadio) a fine anni '60. Da lì, la rapida ascesa nel mondo della finanza. Lavora a JP Morgan, alla Royal Bank of Canada, si lancia negli affari. Quello della vita si chiama Mediacom, fondato da zero nel 1995 e oggi quinto gruppo di tv via cavo degli Stati Uniti con sede nello stato di New York.

 

Il successo non gli fa passare la voglia di calcio: dal 2017 Commisso è il proprietario dei New York Cosmos, salvando dai debiti il club in cui militarono anche Pelè e Chinaglia. "Voglio solo cambiare il soccer: è uno sport internazionale e invece qui è stato americanizzato", dichiarava all'epoca. Gli occhi vanno alla sua Italia, da dove a 12 anni raggiunse il padre falegname in Pennsylvania con il resto della famiglia. Un'infanzia a suonare la fisarmonica nel Bronx, a fare gol fino alla Columbia. "Il mio sogno è un investimento significativo nella Juve: la tifo da quando sono bambino".

Qualcuno glielo dovrà dire che a Firenze è meglio che non si sappia. Ma Commisso è pronto anche a questo: dopo Roma e Venezia, le belle d'Italia si tingono di Usa. Tra calcio e soccer, il nuovo asse italo-americano.

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