Anima del Rayo con un sogno...Real: chi è Raul De Tomas

Chiamateli scherzi del destino, ma anche scelte azzeccate. Perché se Raul De Tomas in estate fosse rimasto al Real, come chiedeva Lopetegui, avrebbe avuto lo scomodo ruolo di vice Benzema. Invece Raul voleva giocare. E continuare a segnare per il Rayo Vallecano con cui l'anno scorso ha vinto la Segunda Division.

Detto fatto. Al giro di boa c'è un attaccante che ride e una squadra che si mangia le mani (ma non troppo). Con la sua prima tripletta in Liga, rifilata al Celta Vigo venerdì, De Tomas è salito a quota 8 gol in 16 gare di campionato. Uno in più di Benzema, mini-capocannoniere di un Real Madrid dalle polveri più bagnate che mai. 28 reti in 19 partite: alla fine della scorsa stagione erano state 93. Che il ragazzo della cantera sarebbe tornato utile?

A posteriori la risposta è facile, ma i blancos hanno comunque ben architettato le trame di questa storia. Tra le file del Real Madrid Castilla fino al 2015, De Tomas è poi finito in prestito per quattro anni di fila. Alla faccia del farsi le ossa. Cordoba, Valladolid, soprattutto Rayo. Un madridista alla volta di Puente Vallecas: a mettere a tacere gli scettici (per il piccolo barrio obrero della capitale, non c'è squadra che rappresenti i poteri forti più del Real), ci pensano i gol. 24 in 32 partite, che trascinano il Rayo in massima serie. E che fanno entrare De Tomas nella storia del club: nessuno aveva mai segnato così tanto in una singola stagione con la maglia biancorossa.



Così è tempo di Liga, ancora insieme. Raul non si ferma e tiene a galla il Rayo in lotta per la salvezza. Anche se il 12 dicembre scorso, contro il suo Real, non è potuto scendere in campo (com'è finita? 1-0: gol, neanche a dirlo, di Benzema). Nessun infortunio, ma una clausola contrattuale con cui si sono voluti tutelare i galacticos. Che continuano a credere forte nel giocatore: se dopo quattro prestiti non arriva la cessione definitiva (ma anzi un rinnovo fino al 2023), dalle parti del Bernabeu non è mai un caso.

Contro il Celta, De Tomas ha messo in mostra tutto il suo repertorio: gol su punizione, di destro, di sinistro. Sempre di prima intenzione, con grande capacità di attaccare gli spazi. Un attaccante moderno, "grande lavoratore sul campo e riservato al di fuori", nelle parole del suo allenatore Míchel. E con una singolare 'non-passione', rivelata dallo stesso De Tomas a El Mundo: "Guardare il calcio non mi piace, mi annoia, preferisco fare altre cose. Prendo la mia professione molto seriamente e quando finisco di giocare sono abbastanza esausto".

Doti da vero rayista, che hanno contribuito quanto i gol a far diventare RDT9 un beniamino della tifoseria vallecana. Ma il suo futuro potrebbe presto essere a mezz'ora di metropolitana di distanza. Lì, dove un altro Raul ha fatto la storia.



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