Diaby, da Crotone alla Champions col Bayer: “Un rimpianto e un orgoglio”
Sei pagine da leggere in francese. Pochi minuti per farlo. Una corsa contro il tempo nelle stanze del Melià per prendere un ragazzo che corre come pochi. “E chi li sa leggere questi fogli? Nessuno parla la lingua”. Raffaele Vrenna, direttore generale del Crotone se lo ricorda bene quel 31 gennaio del 2018.
In mano il contratto di Moussa Diaby, classe 1999, ala del PSG. In testa la sensazione di essere a un passo da un grande colpo dell’ultimo secondo.
Il rinforzo per cercare la salvezza, un’idea nata pochi giorni prima. “Eravamo a cena con Crescenzo Cecere e Oscar Damiani, intermediari del giocatore “, racconta oggi Vrenna ai microfoni di gianlucadimarzio.com. “Ci parlarono di questo ragazzo e ci fecero vedere un video. Correva, saltava gli avversari come birilli. Non aveva ancora giocato un minuto da professionista, ma si vedeva che era un fenomeno”.
E lo presero, all’ultimo secondo utile: contratto depositato pochi secondi prima delle 23, per la gioia di traduttori improvvisati e di un ragazzo che partiva da Parigi per la Calabria con una valigia piena di sogni.
Sorriderà ancora pensando a quella corsa contro il tempo Moussa Diaby. Lo farà, entrando martedì sera all’Allianz Stadium. Sfida contro la Juve con la maglia del Bayer Leverkusen, la squadra in cui si è trasferito in estate. Contratto quinquennale. I tedeschi hanno investito 15 milioni di euro per lui. Sorriderà ripensando al suo esordio dal primo minuto con la maglia del Crotone: 18 aprile 2018, stadio Ezio Scida. Contro la Juve, of course. Uno storico pareggio, grazie alla rovesciata di Simy. Per Moussa resterà l’unica partita giocata da titolare con quella maglia addosso. “Ebbe poco spazio perché eravamo in una situazione di classifica difficile e per Zenga era difficile scommettere su un ragazzo senza esperienza. Ma in allenamento faceva capire chi sarebbe diventato. Era impressionante ed è un rimpianto: retrocedemmo all’ultima giornata a Napoli. Se ci fossimo salvati, sarebbe rimasto con noi anche l’anno successivo. Avevamo già l’accordo col PSG. E avrebbe fatto vedere da noi quello che gli abbiamo visto fare a Parigi”.
Scatti, dribbling, gol e assist. Con Buffon compagno di squadra e Mbappé come amico e consigliere, Moussa Diaby è diventato grande nel Paris Saint Germain. Quattro gol e 7 assist in 34 partite nel PSG. Su Instagram accanto al nome c’è il 19, da poco non più la sua età ma per sempre l’arrondissement di Parigi da cui proviene. Zona Saint Denis, quella dello stadio in cui ha sempre sognato di giocare con la maglia della Francia. Un sogno e una scelta, perché Moussa ha origini maliane ma non ha mai avuto dubbi su quale maglia mettersi addosso. Personalità e sguardo avanti. In campo e fuori. In estate ha segnato con la nazionale under 20 francese contro il suo Mali. Gli Stati Uniti hanno frenato la sua corsa verso il titolo, poi lui ha preso una strada nuova.
”È andato a Leverkusen perché a Parigi aveva ancora un anno di contratto ma chiaramente meno garanzie sull’impiego. E lui ha bisogno di essere protagonista”. A raccontarcelo è Crescenzo Cecere, l’intermediario che lo portò a Crotone, dopo avere avuto trattative anche con Fiorentina, Pescara, Chievo e Samp. “Moussa è un ragazzo di vent’anni con la testa di un veterano. Non ama discoteche, è un grande appassionato di boxe e pensa solo al campo. Purtroppo al Crotone se lo sono goduti poco. In Italia si scommette sempre troppo poco sui giovani, è un peccato”. Cecere rivela anche un retroscena dell’ultima estate di mercato. “Prima che andasse a Leverkusen, avevamo parlato con la Fiorentina. L’ex direttore sportivo Corvino era innamorato di lui. Poi con il cambio societario è saltato tutto”.
Adesso la Fiorentina si gode un altro “ragazzo” francese e un gruppo di giovani capaci di sbancare San Siro. Moussa invece sta cercando la sua strada a Leverkusen. Per il momento non ha ancora trovato spazio: solo 41 minuti in campo da inizio stagione e tanto tempo a studiare come colpire. Davanti ha la stellina Kai Havertz e l’esperto Bellarabi. L’allenatore Peter Bosz però conta tanto su di lui e chissà che non possa buttarlo nella mischia a Torino. “Io tifo per lui, non me ne vogliano i tifosi della Juve”, racconta Raffaele Vrenna. “È un ragazzo umilissimo. Faccia sveglia, occhi vivi. Ricordo che appena arrivato a Crotone, andò a giocare con i Primavera a Foggia e fece un gran gol. Quest’estate l’ho sentito per fargli i complimenti. Spero di potergliene fare ancora tanti”.
I tifosi bianconeri sperano che in settimana il cellulare di Vrenna non faccia partire chiamate. Quelli del Bayer sognano che il ragazzo di Saint Denis sia il nuovo Coman. Magari con più fortuna e meno infortuni. Diaby aspetta il suo momento. Contro la Juve a Crotone, Alex Sandro lo fermò a un passo dal gol. Moussa sogna di riavere quell’occasione già tra poche ore.
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