Chelsea-Arsenal, ancora qui: tra la storia, Wenger e la nascita del Contismo
Ancora l'uno di fronte all'altro. Situazioni, momenti diversi. Decisivi. Conte e Wenger. Chelsea e Arsenal. In Inghilterra volume alto, fra un boccone e l'altro. Un lunch time da cuori forti, anche e soprattutto per chi sarà a Stamofrd Bridge a godersi uno spettacolo unico. Lo stadio inizia a ruggire pian piano, mentre tutt'intorno Londra rimane frenetica come al solito. Manca poco. Keep calm. Dal 9 novembre del 1907, quasi 110 anni fa, la storia è ancora tutta qui. Fu la prima sfida in First Division tra due squadre londinesi, l'Arsenal era ancora "Woolwich" e giocava a sud, nella zona dei cantieri navali, molto prima di trasferirsi più a nord, a Islington. Vinsero i Blues per 2-1 davanti a 65 mila spettatori. Un calcio in bianco e nero, sfocato dal tempo e dal passare dei decenni. Una cosa è certa, però, anche dopo più di un secolo: Conte firmerebbe per un risultato così.
Eh già. E' incredibile come il calcio possa cambiare nel giro di settimane prospettive e sensazioni. Il 24 settembre del 2016 l'Arsenal e Wenger vincevano 3-0 e umiliavano il Chelsea. I Blues avevano già perso qualche giorno prima a Stamford Bridge (1-2) contro il Liverpool e il licenziamento di Conte sembrava a un passo. In Inghilterra era un susseguirsi di voci, i titoli dei giornali erano pronti: "Bye bye Antonio", "Sacked". I bookmakers avevano abbassato le quote dell'esonero, e sui giornali c'erano già le liste pronte con i nomi dei possibili sostituti. In conferenza stampa, qualche giorno dopo, le domande della stampa erano diventate pressanti. Antonio l'aveva risolta con un sorriso appena accennato, con classe e humour tutto British. Ci aveva messo poco a imparare che, anche in Inghilterra come in Italia, si fa presto a dare per spacciato uno arrivato da lontano con tante ambizioni.
Lavoro, urla, sudore. Proprio qualche giorno dopo quella sconfitta, il contismo iniziò ad avvolgere i luoghi di Fulham Road. La scintilla. La luce. Il cambio di modulo, dal 4-1-4-1 al 3-4-2-1 e una storia tutta diversa. A partire da Courtois, muro vero, per passare da Matic e Kanté, uomini ovunque; Willian e Hazard a ispirare, Diego Costa a concludere, da guerriero. Tredici vittorie consecutive in Premier League, record dell'Arsenal di successi in una singola stagione eguagliato (anche se i Gunners mantengono il primato assoluto con 14, dopo aver vinto le ultime 13 della stagione 2001-02 e la prima di quella successiva). Era la squadra di Henry, Bergkamp, Pires, Vieira. Brividi. Legends, direbbero a Inslington. Basta forse questo per far capire quanto sia cambiata la musica.
Da esonerato a osannato, per Conte, il passo è stato breve. Questione di rime, di momenti. Con il "rischio", concreto, che con una vittoria Antonio possa mettere un bel mattone sulla vittoria della Premier League al suo primo anno d'Inghilterra. Tutto questo il 4 febbraio. Non male per uno che doveva chiudere le valigie e tornare in Italia tra fischi e mormorii. L'1-1 di Anfield contro il Liverpool ha messo pressione a tutte le altre e soprattutto all'Arsenal, sconfitto dal Watford e con l'obbligo di non sbagliare. Sarà la sfida numero 189 in tutte le competizioni: i Gunners comandano per 73 a 61, con 54 pareggi. Dopo 20 anni, 11014 panchine, 13 titoli e un peso storico tutt'altro che indifferente, potrebbe essere l'ultimo Chelsea-Arsenal di Arsene Wenger, che ha il contratto in scadenza a fine stagione. E magari potrebbe essere l'occasione di riscattare quel 6-0 del 22 marzo 2014 (il giorno della sua panchina numero 1000 con i Gunners) a opera dei Blues di Mourinho. Sarebbe un congedo degno.
Conte e Wenger. L'uno all'inizio della sua storia in Premier, l'altro (forse) alla fine. Così diversi per stile, idee, temperamento. Due poli pronti a incontrarsi, ancora una volta, con un profumo di titolo a fare da cornice al quadro di Stamford Bridge.