Champions League femminile, perché la Roma è costretta a giocare a Latina
La Roma femminile di Alessandro Spugna è pronta a giocare per la prima volta nella sua storia in Champions League. L'appuntamento di giovedì 20 ottobre è storico e la prima partita in casa della fase a gironi contro lo Slavia Praga ha il sapore del debutto indimenticabile. Peccato solo che non si giochi a Roma.
La Champions League della Roma femminile sempre 'in trasferta'
La 'casa' di Giacinti e compagne è lo stadio Tre Fontane, nel cuore dell'EUR ma che non è di proprietà della AS Roma. Un impianto che accoglie ogni giornata di campionato oltre duemila tifosi ma che non ha tutti i requisiti richiesti dall'UEFA per permettere alle giallorosse di giocare lì anche la Champions. Un esempio? L'assenza delle Torri Faro per illuminare il campo in notturna. Sono ormai 7 anni che la proprietà (dell'impianto) aspetta l'ok da parte del Comune per realizzarle ma - tra burocrazie e avvicendamenti di diverse amministrazioni - ancora tutto tace. E alla fine solo la squadra di Spugna si è fatta trovare pronta, sul campo, per un appuntamento così importante. Insomma, tra standard strutturali e organizzativi che non rispettano le esigenze internazionali, il club ha dovuto presto attivarsi (già da prima del passaggio alla fase a gironi) per trovare un'alternativa.
Women's Champions League, perché la Roma deve giocare a Latina
Guardando sempre in città, inevitabilmente il pensiero è andato anche allo Stadio Olimpico. Ma in questo caso è sorto un altro problema, quello legato al terreno di gioco, già recente oggetto di critiche. Oltre all'alternanza Roma/Lazio per le gare casalinghe di Serie A ed Europa League, per la gestione dell'Olimpico - a prescindere dalle esigenze di calendario di campionato e Coppe - sarebbe diventato complicato ospitare le partite di una terza squadra. E nessuno ne avrebbe tratto vantaggio, nemmeno dal punto di vista del gioco. Ecco dunque che, valutando le opzioni più idonee anche dal punto di vista logistico, alla fine la scelta è ricaduta sullo Stadio Francioni di Latina. Un impianto di Serie C che ospita le gare casalinghe appunto del Latina Calcio e che - dopo il sopralluogo da parte della UEFA - si è appurato risponde ai requisiti richiesti.
Scelta fatta, via alla collaborazione per migliorare campo e strutture. Tutto per rendere il Francioni uno stadio da Champions League. La soluzione ad un problema che comunque di fatto non è ancora stato risolto. "Per noi è un danno non poter ospitare la Roma femminile in Champions - aveva dichiarato Ugo Pambianchi, presidente dell'Ati Tre Fontane, all'ADNKronos. Siamo amareggiati perché queste tre gare che si giocheranno altrove sono un'occasione persa per noi ma anche per la città di Roma".