Cannavaro: "Nel gioco d'azzardo nessuno vince, solo il banco" | VIDEO

L'ex capitano della Nazionale Fabio Cannavaro è intevenuto all'evento "Il giurista entra in campo", che si è svolto nel tardo pomeriggio di oggi (giovedì 19 ottobre) alla Luiss di Roma e che è stato moderato da Guglielmo Stendardo, ora avvocato e professore.  

Nel corso del suo intervento Cannavaro ha affrontato vari temi, come il caso scommesse che ha recentemente colpito il calcio italiano, il suo futuro e le difficoltà che sta vivendo il calcio italiano. 

Cannavaro: "I giocatori devono capire che non si può scommettere"

Cannavaro ha spiegato l'importanza di non scommettere e non giocare d'azzardo: "La ludopatia è un qualcosa che non deve condannare il ragazzo o il giocatore, vanno aiutati e portati a eliminare questa malattia. Il fatto che tu sei un fortunato perché sei un calciatore e che tutti ti guardano... dovresti avere dei comportamenti esemplari. A volte, inconsiamente, stando in un determinato gruppo, sei portato a diventare un po' superficiale e commetti degli errori che poi ti costano caro.

Poi, ha aggiunto: "La cosa fondamentale che devono capire i giocatori è che non si può scommettere. È una regola che c'è e che va seguita. Magari inconsciamente tu ti metti al cellulare, ti capita il sito e ti incuriosisce, lì devi essere bravo a non cadere. Anche il semplice poker ti può portare a problemi seri. Nel gioco nessuno vince, il banco vince sempre. Si sa che si va incontro a perdite importanti".  

"In Italia gli stadi fanno schifo"

Cannavaro ha poi provato a spiegare le difficoltà che il calcio italiano sta vivendo: "Uno, perché facciamo meno figli, quindi ci sono meno ragazzi che giocano a calcio. Poi perché ci sono molte più distrazioni rispetto al passato. Terzo, il mondo è cambiato. Se prima in una società erano tutti italiani, o quasi, ora il 30% sono stranieri. La storia del calcio italiano è tra le più importanti al mondo. Ora forse c'è meno passione. Di certo per migliorare le cose bisogna fare una risorsa, altrimenti non se ne viene fuori. Adesso anche il modo di gestire le società è diverso. Prima vivevano anche grazie alla passione dei propri presidente. Ora è invece diverso: viene meno la passione, le società vengono gestite come aziende. E spesso ci sono molto più perdite che guadagni. Anche gli impianti influiscono. In Italia gli stadi fanno schifo rispetto all'estero". 

Poi, Cannavaro ha parlato anche di chi, a differenza sua, non riesce a diventare un calciatore professionista: "Sono ragazzi che magari fino a 20 anni hanno pensato solo al calcio. Poi per un motivo qualsiasi, magari un infortunio, si ritrovani senza niente, perché non sanno fare niente. Questi giovani andrebbero aiutati di più, come succede in Inghilterra. Vista così è un casino. Resta il fatto che il calcio è lo sport più bello del mondo".

L'ex Pallone d'Oro è poi tornato sulla sua esperienza in Cina: "Sono andato in Cina nel 2015, quando c'è stata un po' l'esplosione del calcio. Hanno voluto investire molto in quel settore perché non capivano come, a differenza di tutti gli altri sport, non riuscissero a primeggiare. Nei primi anni la strada presa dal calcio cinese era quella giusta, poi con il Covid le cose sono cambiate".   

Cannavaro: "Pago ancora le conseguenze dell'esperienza negativa a Benevento. La panchina del Napoli un sogno"

Cannavaro si è poi soffermato sul calcio arabo: "L'errore del calcio arabo? Forse puntare troppo su calciatori a fine carriera. Qualcuno magari ti fa guadagnare a livello di immagine, ma altri magari vanno a prendere la pensione. Ma questo lo hanno già capito, infatti hanno investito su calciatori nel pieno della carriera. Hanno entusiasmo, ormai il calcio europeo non è l'unico di livello, si sta capendo quello".

Infine, ha parlato del suo futuro e del Napoli: "Panchina? Adesso aspetto. Dopo le esperienze all'estero ho voluto provare l'avventura in Serie B, al Benevento. È stata un'esperienza negativa, e ancora ne pago le conseguenze. Nel frattempo mi aggiorno. Il Napoli? Arrivare dopo Spalletti sarebbe stato difficile per tutti. Normale che il mio sogno sarebbe allenare un giorno il Napoli, studio per migliorarmi". 

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