Cairo: "Il Grande Torino ci ha insegnato tanto: rispetto, generosità e continuità"

Una giornata triste e di memoria in casa Torino. Oggi 70 anni fa in un tragico incidente aereo moriva il Grande Torino. Una squadra che ha segnato gli anni post guerra e che nell'immaginario comune era il simbolo del rispetto e dei migliori valori dello sport e non solo. A margine di questo momento di ricordo ha parlato Urbano Cairo, presidente del Torino, che ha voluto ricordare quella grande squadra e ha fatto un parallelo sul suo attuale Torino che sogna in grande anche dopo il pareggio alla Stadium contro la Juventus. Le sue parole:

"Un giorno molto speciale. E' il 70° siamo anche al Cimitero Monumentale dove abbiamo ristrutturato tutte le tombe, bello vedere anche così tanti tifosi. Ricordare i caduti di Superga 70 anni dopo così è bello e importante. Hanno lasciato tanto a livello di sportività ma anche di umanità, erano molto generosi questi giocatori. Ricordarli è bello, ma è anche un giorno per dire che il Torino è rinato ed ha una storia importante che è continuata anche dopo il "Grande Torino". Questa è una data simbolica ed era giusto venire a salutarli prima di andare alla lapide di Superga a leggere i nomi di quella grande squadra. Bisogna mantenere i valori che ci hanno tramandato e che oggi tutti cerchiamo di portare avanti con orgoglio.

Il derby? Noi siamo cresciuti molto e lo testimonia il fatto che dopo il gol ieri a fine gara c'era rammarico. Questo dà l'idea di quanto siamo cresciuti a livello proprio di consapevolezza. Una volta se avessimo pareggiato allo Stadium saremmo stati felici, ma ieri no perché sapevamo di poterla vincere e che eravamo ad un passo da fare bottino pieno. Faremo i conti alla fine, ma quello che conta oggi è continuare così a fare bene.

Lo striscione dei tifosi della Juve? Mi ha fatto piacere, è il modo giusto di ricordare dei campioni e una grande squadra. Quella poi era una squadra che era un po' di tutti e giocava e vinceva in un periodo molto difficile quello subito dopo la guerra e per la gente era uno svago. Valentino Mazzola quando gli suonavano la tromba e si rimboccava le maniche era un po' come se tutta l'Italia lo facesse, un simbolo di ripartenza e di voglia di non mollare. Poi non dimentichiamo che il Grande Torino dava alla Nazionale dieci giocatori su undici. Era in un certo senso la squadra di tutti". 

Ai microfoni di Sky Sport il presidente Urbano Cairo ha poi aggiunto: "Lo spirito del Torino si sta vedendo quest'anno? Sì assolutamente. Mancano tre partite e dobbiamo continuare a giocare in questo modo. Dobbiamo dare il 120% non sentendo il peso di queste grandi squadre. Il merito è di tutti e sono contento di questo processo di crescita. Poi c'è una cosa che mi fa piacere sottolineare: rileggendo le rose di quel Torino che oggi siamo qui a commemorare ho notato che è diventato grande perché sì si è confermato nel tempo, ma anche perché ha aggiunto ogni anno uno o due giocatori non di più. Questo può essere un fattore chiave e di successo maggiore, dobbiamo seguirlo: dare continuità a giocatori e allenatore".

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