Coppa di Francia: da Caienna a Parigi, 8mila km di viaggio per giocare contro i professionisti

Una squadra sudamericana questo sabato giocherà a Parigi per l’ottavo turno di Coppa di Francia. Si chiama Club Sportif et Culturel de Cayenne ed è la squadra della capitale della Guyana francese, il territorio d’oltremare appartenente alla Francia dal XVII secolo, situato a nord-ovest del Sudamerica e confinante con il Brasile. Curiosità: è la squadra della città dov’è nato Mike Maignan, oggi portiere del Milan.

Sabato, contro il Paris FC (la seconda squadra di Parigi, che da qualche anno lotta sempre per la promozione in Ligue 1), il Caienna avrà l’occasione di vivere un’esperienza unica: mai, infatti, il CSCC (suo acronimo) aveva raggiunto l’ottavo turno di Coppa. Alcuni giocatori, per dirla tutta, non hanno mai messo piede in Francia. Sarà una prima volta indimenticabile.

 

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La storia del club

Il Club Sportif et Culturel de Cayenne è la nuova denominazione del club dal 2007. La società è stata fondata nel 1946 e si chiamava ‘Club Colonial de Cayenne’ (perché per molti anni la Guyana francese è stata colonia penale della Francia, ndr) ed è composto esclusivamente da calciatori nati qui”, ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com Jean Laquitaine, il presidente del club. “Il nome completo di oggi deriva dal fatto che oltre al calcio ci occupiamo anche di volley (abbiamo una squadra femminile) e organizziamo eventi socioculturali, soprattutto durante le feste natalizie ma anche in altri momenti dell’anno, specialmente per le ragazze e i ragazzi delle scuole”.

 

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La raccolta fondi per sostenere le spese

Stiamo parlando di un club che in Guyana milita in prima divisione, ma che nonostante questo possiede le risorse di gran lunga inferiori alla maggior parte delle società dilettantistiche italiane: “Il nostro budget non supera i 25.000 euro”. Potrebbe quindi essere intuitivo pensare che compiere un viaggio transoceanico per l’intera squadra, la dirigenza e lo staff tecnico possa anche rappresentare un enorme peso a livello economico. In loro aiuto, però, si è mossa la federcalcio francese: “La Fédération Française de Football si è fatta carico delle spese di trasporto, vitto e alloggio per tutta la durata del nostro soggiorno: il resto ce lo paghiamo noi”.

E poi, il club ha anche lanciato una raccolta fondi per aumentare i fondi per sostenere le spese: “La FFF ci paga viaggio, vitto e alloggio, ma siamo a Parigi da lunedì e fa freddo. Abbiamo dovuto fornire materiale tecnico a tutta la squadra”, si legge sul post facebook del club, di due giorni fa. Sì, perché per passare dalla Guyana francese a Parigi, a fine novembre, si deve essere pronti allo sbalzo termico di quasi trenta gradi: “Da noi in Guyana francese adesso ci sono 32 gradi. Qui a Parigi fa molto freddo ma ci siamo attrezzati per non soffrire lo choc termico”, ci ha raccontato Raymond Jean-Jacques, il capitano del CCSC.

 

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C'è un ex bomber di Ligue 1

Nello staff è presente anche una vecchia conoscenza del calcio francese e non solo: si tratta di Jean-Claude Darcheville, ex bomber di Ligue 1 (65 gol in 216 presenze dal '95 al 2009 con le maglie di Bordeaux, Rennes, Nantes, Lorient e Valenciennes): oggi Darcheville è l'allenatore in seconda del CCSC. La sua esperienza serve, soprattutto in occasioni come quelle che stanno per vivere i suoi giocatori. Perché alcuni di loro non avevano mai neanche messo piede in terra francese: “Sì, per qualcuno di noi sarà la prima volta in Francia. Soprattutto per i giovani. Sarà la prima volta anche contro un club professionistico all’ottavo turno di Coppa. La prendiamo come una grande esperienza unica da vivere”. E un modo anche per farsi conoscere: “Per noi questa partita rappresenta la grande occasione per far vedere che in Guyana francese il calcio esiste eccome. La cosa bella è che tutta la regione ci seguirà davanti alla televisione, anche a 8000 km di distanza e nonostante il fuso orario”, ci ha detto il capitano.

I giocatori del CCSC diventeranno per una notte gli eroi di un popolo intero. Poi torneranno alla vita normale, con il calcio che per loro rappresenta solo uno svago: “Non siamo pro: giochiamo a calcio solo per il piacere di farlo e non percepiamo nessuno stipendio. Svolgiamo tutti un altro lavoro per mantenerci”. Amatori che per una settimana vivono la vita dei professionisti. In Coupe de France sognare non è lecito. È un diritto. Anche per chi vive in Sudamerica. 

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