Caicedo non conosce fine: è lo specialista delle rimonte

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Felipe Caicedo non conosce la fine, l’affronta e la ribalta sempre. Il suo è un mantra che abbraccia la scaramanzia, puntuale come un graffio in area. Lo sguardo è sempre spinto un po’ più in là, come il suo orologio personale. Che segna fisso +90, ormai la sua zona. Caicedo va in gol da due partite consecutive in campionato a gara finita, è diventato lo specialista delle rincorse disperate. 

Inzaghi chiama e Felipe risponde. C’è tattica e un pizzico di magia nel momento dell’ecuadoriano. È successo anche con la Juve: fuori Muriqi (apparso ancora fuori forma), dentro Caicedo. Un paio di tentativi a vuoto, la morsa bianconera che diventa sempre più asfissiante. Poi il solito urlo liberatorio, al 94’, quando tutto sembrava finito. Dietro di lui Inzaghi e tutta la squadra, un abbraccio collettivo per respingere preoccupazioni e insidie extra campo. 

Quest’anno è già la terza volta che gli riesce a partita in corso. Torino, Zenit e Juventus. Sempre da subentrante, due volte a partita ormai finita. I suoi gol hanno portato alla Lazio 3 punti in campionato e uno d’oro in Champions, solo nelle ultime tre uscite. L’area è il suo regno, la governa con forza e astuzia. Caicedo è al quinto centro oltre il 90’ nelle ultime due stagioni. Guida la speciale classifica al fianco di Immobile. 

È una Lazio da recupero, lo dicono i numeri. Negli ultimi due campionati ha segnato 8 gol dopo il novantesimo, 14 a partire dalla stagione 2018/19. Non s’arrende mai, è uno dei suoi punti di forza. La conferma è arrivata anche con la squadra di Pirlo, raggiunta al fotofinish. Mentre fuori c’è la bufera la squadra fa quadrato, si aggrappa alle certezze. Una arriva dalla panchina: si chiama Caicedo e risolve partite impossibili.  

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