Cuore e identità, l’abbraccio del Mantova nel segno di Burrai
“Il capitano è sempre il capitano. Un gesto che mi rende orgoglioso. Quando tocchi il cuore della gente vale molto più delle vittorie”. Orgoglio e passione nelle parole di Davide Possanzini. Il suo Mantova è tornato a vincere. L’ha fatto al Martelli davanti ai suoi tifosi con un gol di Salvatore Burrai.
Lo stadio esplode di gioia. Il capitano corre verso l’allenatore. Un abbraccio. Poco dopo i due condottieri biancorossi sono coperti dall’abbraccio di tutti. Giocatori, staff e virtualmente dei tifosi. In quel gesto c’è il Mantova. C’è l’unione di una squadra, lo sconforto per i risultati non arrivati nonostante le prestazioni, la gioia per un obiettivo vicino. C’è, soprattutto, l’identità di un gruppo. Identità mai persa, ma rinnegata. Perché qui si vive, sbaglia, cresce con quella e con la forza delle idee. Il Mantova ha vinto nel segno del suo capitano, Salvatore Burrai.
Capitano e cervello: una vita da regista
Origini sarde, il Cagliari la casa in cui è cresciuta. Classe 1987, fascia al braccio e leader del Mantova. Nel mezzo c’è un viaggio in cui si legano l’esordio in A, campionati vinti, infortuni e l’amore per il papà. A 16 anni realizza il suo sogno: giocare la A con il suo Cagliari. Un talento puro il suo, come quello mostrato in Nazionale insieme a Claudio Marchisio, Giuseppe Rossi, Sebastian Giovinco.
Diversi infortuni a frenarne l’ascesa. Sacrificio e dedizione, uniti all’intelligenza e alla visione che l’hanno reso il regista e cervello delle sue squadre. Allegri, Zeman e Giampaolo come maestri. Ne manca uno, Davide Possanzini, perché non si smette di imparare neanche a 37 anni. Un legame profondo con l’allenatore. In quell’abbraccio l’immagine più bella. Burrai, leader e riferimento. Con il papà portato sempre nel e sul cuore.
Identità
22 settembre 2024 la data dell’ultima vittoria del Mantova in questa Serie B. Poi a mancare sono stati i risultati. A non cambiare le prestazioni e la coerenza. Coerenza? Sì, esatto. Nel continuare a (per)seguire quella strada tattica, valoriale e filosofica intrapresa e costruita dallo scorso anno.
Nonostante potesse essere più rischiosa di altre, nonostante i dubbi e le critiche esterne. Consapevole del percorso compiuto e della forza delle proprie idee, il Mantova non è mai venuto meno alla propria coscienza calcistica e umana. Fedele alla propria identità. Semplicemente fedele a sé stesso.
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