Buffon: "Riva è entrato nel cuore della gente per le sue scelte"
Irripetibile, determinante e coerente. Gianluigi Buffon, capo delegazione della nazionale italiana, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport dedicata al ricordo di Gigi Riva, scomparso lo scorso 22 gennaio all'età di 79 anni. Dal primo incontro, al lungo abbraccio sotto il cielo di Berlino dopo il trionfo contro la Francia nel 2006. Per sempre, Gigi Riva.
Buffon: "Nel 2006 è stato determinante. Campione e uomo di un'epoca che non esiste più"
La prima volta che Buffon sentì parlare di Riva era ancora un bambino: "La prima volra che ho sentito parlare di lui è stato nei racconti di mio padre e di mia madre. Le gesta e le scelte calcistiche mettevano in risalto la grandezza del campione e dell'uomo".
Il primo incontro è stato indimenticabile: "Mi ricordo l'incontro con Gigi Riva: rimasi inibito di fronte a questa presenza: era autorevole senza parlare. Ho avuto la fortuna di essere stato spesso vicino a lui: aveva la delicatezza di non entrare mai nel merito di questioni tecniche. Si spendeva tanto in maniera opportuna: non aveva voglia di far pesare il suo passato, è una figura che non gli è mai appartenuta".
Il trionfo a Berlino - nel 2006 - e quell'abbraccio, destinato a durare in eterno: "Nel 2006, Gigi Riva è stata una figura determinante insieme a Lippi: in quella situazione, sapere di avere due cardini come loro è stato di grande conforto e ci ha infuso tanta fiducia. Mi ricordo il nostro abbraccio quando abbiamo trionfato: ci siamo abbracciati in maniera unica, è stata la chiusura di un cerchio".
Un'icona del calcio italiano, anche per merito delle decisioni prese nel corso della carriera: "Gigi è entrato nel cuore della gente per le scelte che ha fatto: è stato coerente, sempre e comunque. Arrivare ai risultati che ha fatto lui, penso che sia l'ambizione di ogni essere umano. Penso che quanto fatto da lui sia irreplicabile perchè è cambiato il calcio, sono cambiate le priorità dei calciatori e delle società. Ha vissuto in libertà cio che desiderava, per merito della Sardegna".