Brescia | La rinascita di Ferrante? “Una telefonata e una… minaccia”, il ds dell’Abano svela: “Così è tornato grande”

“E pensare che ero andato lì perché mi serviva un difensore…”. Ammissione, sorrisi, casualità. Poi l’intuizione vincente: “Questo ragazzo all’Imolese non giocava quasi mai, sempre in panchina, al massimo qualche spezzone di gara nel finale. Ma bastarono 10 minuti per lasciarmi a bocca aperta, ancora oggi ricordo quelle due giocate: una finta, come se ne vedono poche in serie D; poi un contrasto, sì esatto, un contrasto. Tecnica, struttura fisica e fame: Alexis aveva tutto, ma proprio tutto. Bastò poco per capire che era un calciatore di categoria superiore”. A parlare ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com è Andrea Maniero, ex attaccante del Padova, adesso direttore sportivo dell’Abano Calcio, Serie D. L’Alexis in questione, per chi ancora non lo avesse capito invece, è Ferrante, attaccante scuola Roma, adesso ‘rinato’ al Brescia, grazie proprio alla ‘cura Abano’ (Clicca qui per scoprire la sua storia).

“Qui il budget è limitato, non posso mica permettermi di sbagliare un acquisto, così – racconta Maniero a GianlucaDiMarzio.com – mi sono informato sul ragazzo e mi hanno detto che era una testa calda. Così ho deciso di fare una cosa: io sono stato un giocatore, so che a volte per stimolare un ragazzo serve essere un po’ duri e io forse lo sono stato. Ti racconto…”. Prego. “L’ho chiamato e gli ho subito detto ‘vieni all’Abano il prossimo anno?’. La sua risposta fu immediata ‘sì, non mi vuole nessuno’”. E fin qui tutto liscio, fin qui appunto. Perché poi il ds del Maniero passa alle… minacce: “Gli parlai chiaro, poche parole: ‘ti devi fidare di me, seguimi e tornerai grande. Ma se continui a fare ragazzate ti metto le mani addosso. Ti posso dire che ho toccato le corde giuste, perché da allora Ferrante ha messo un punto al suo passato e tra noi è nato un feeling incredibile”.

Un rapporto davvero speciale, con il ds Maniero che ha subito lavorato per aiutare il ragazzo a tornare in categorie a lui più adatte: “Tenerlo all’Abano (è rimasto solo sei mesi, ndr) ci avrebbe fatto comodo eccome, ma vederlo in categorie superiori non può che essere una grandissima soddisfazione per tutti noi. Così, visto il rapporto che ho con i dirigenti del Padova, li ho chiamati consigliandogli di venire a vederlo. Risultato? Si sono innamorati di lui. Ma il Brescia è stato più veloce. Il direttore Castagnini non ha avuto dubbi, la differenza per il ragazzo l’ha fatta il richiamo della Serie B”, ammette il ds dell’Abano. Che poi svela: “Ci sentiamo spesso, mi vuole bene come io ne voglio a lui. Ma l’ho avvisato: guai a sentirsi ‘arrivato’ proprio adesso, deve continuare così. In caso contrario? Sarei pronto a ricorrere ai miei vecchi metodi”. Che con Ferrante hanno funzionato eccome…

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