Bonansea e la sua doppietta mondiale. Con dedica...
Un gol tutto per Benedetta, la sua piccola nipotina venuta al mondo lo scorso aprile. Un gol che arriva nel momento più inaspettato, allo scadere dei minuti di gioco, che in un solo grido ha unito una nazione intera. Un gol, quello del 2-1 rifilato dall’Italia all’Australia nell’esordio al Mondiale, che porta la firma di Barbara Bonansea, autrice di una doppietta – la prima rete è arrivata al 56’ e ha permesso di pareggiare i conti con le matildas – e brava a riproporsi al pubblico delle grandi occasioni in tutta la sua autenticità: cambio di passo, qualità e carattere, più un pizzico di audacia premiata, altro che fortuna. Orgoglio di mamma e papà, arrivati fino a Valenciennes in camper, perché il babbo della bomber ha paura dell’aereo, e quando gioca la campionessa di casa mille chilometri sono zero. “E pensare che al momento del cross di Cernoia, non dovevo nemmeno essere lì”, racconta l’attaccante.
Dal Torino alla Juventus, passando per il Brescia e sempre sotto il segno della maglia azzurra, fin dalle convocazioni in Under 17. La classe ’91 di Pinerolo, numero 11 sulla schiena, in 15 anni di carriera ha collezionato quattro scudetti, tre coppe italia e tre supercoppe, oltre a due campionati Primavera e a premi individuali come il titolo di miglior calciatrice ricevuto al Gran Galà Aic nel 2016. In Nazionale maggiore sono 24 le reti messe a segno da Bonansea in 58 presenze, con i due realizzati contro l’Australia che le hanno permesso di stringere tra le proprie mani anche il premio di Player of the Match. Ma ciò che più interessa, a una come lei, sono i tre punti conquistati insieme alla sua squadra, capace di reagire dopo un inizio maldestro e crescere minuto dopo minuto fino all’esplosione del 95’: la pennellata di Cernoia raccolta da Bonansea è l’acuto di un secondo tempo giocato con il giusto piglio, con quel carattere, quella consapevolezza nei propri mezzi tanto predicata da Bertolini, venuti tutti fuori, in una gioia mondiale contagiosa, che potrebbe far innamorare anche il più scettico.
Il nome chiacchieratissimo prima della gara era quello di Kerr, giovane talento tra l’altro autrice del gol del vantaggio dell’Australia. Per il dopo nessuna storia, c’è sua maestà Bonansea. I riflettori sono tutti per lei, emblema di un’Italia che vuole sognare, ma sognare per davvero. “Nel primo tempo eravamo un po' spaventate, e il gol annullato e il rigore ci hanno tagliato le gambe. Però siamo state brave a stare nella partita. Durante l'intervallo ci siamo parlate, bisognava giocarsela meglio – racconta la calciatrice azzurra nel post gara – Abbiamo faticato tanto, ma è anche vero che sappiamo soffrire ed è una buona arma. Vincere così è fantastico, vuol dire che dentro hai qualcosa di speciale”.
Ora, però, l'entusiasmo va controllato, gestito. Dopo l'allenamento mattutino, il day after vede le azzurre in pullman verso Reims, perché è già tempo di pensare alla prossima, senza distrazioni o eccessi di adrenalina. Questa volta sarà Giamaica-Italia, alle 18, allo Stade Auguste Delaune: i tre punti in palio sono oro colato.