Il Mihajlovic giallorosso raccontato da Rizzitelli: “Pennellava punizioni, ma non fu il vero Sinisa”
“Arrivò convinto del suo mancino dicendo il primo giorno che ogni due punizioni ne avrebbe segnata una – racconta Ruggiero Rizzitelli ai nostri microfoni – Se uno si presenta così non puoi che lasciargliele tirare tutte, nonostante sia l’ultimo giovane arrivato”, la realtà è che Boskov conosceva il suo temperamento e lo aveva visto sia in allenamento che in partita replicare più volte lo stesso tiro. Rincorsa sulla destra del pallone, qualche passo e pallone sempre indirizzato sotto l’incrocio dei pali. “La realtà? Non mantenne le promesse, per lo meno non lo fece con la Roma. Segnò subito dopo 3 minuti al debutto contro il Taranto in Coppa Italia ad Agosto, poi tutti se lo ricordano per quello che fece con la Lazio e l’Inter”.
Insieme Rizzitelli e Mihajlovic furono protagonisti del debutto di quello che poi diventò il più grande giocatore della storia della Roma, Francesco Totti: “Boskov mentre passavo dalla parte della panchina mi disse preparati che facciamo entrare il ragazzino al tuo posto, Mihajlovic però dice che è stato lui ad indicare la sostituzione, aveva già l’indole dell’allenatore. Per Totti ha parlato il campo, anche perché era di poche parole. In Primavera c’erano tanti bravi ragazzi, ma quella marcia di Francesco non l’aveva nessuno. In quegli anni era solita una partita tra la prima squadra e la Primavera il giovedì. Una partita che nessuno voleva giocare e quindi per non stancarsi troppo dicevamo ai ragazzi di girare alla larga. Totti però continuava: un tunnel, un doppio passo, un tacco, senza sosta. Dopo che hai ricevuto quelle raccomandazioni e continui a fare questi giochi vuole dire che hai personalità, questo lo ha fatto rimanere per 20 anni ai massimi livelli” dice Rizzitelli che con Totti giocò per due stagioni.
Bologna-Roma è però anche il ricordo di uno dei momenti più brutti del calcio italiano. Era il 30 dicembre del 1989 quando Lionello Manfredonia pochi minuti dopo l’inizio della partita si accasciò a terra: “Si capì subito che era qualcosa di grave. Io ero lì con il massaggiatore Giorgio Rossi che gli ha salvato la vita aprendogli la bocca. Non abbiamo più avuto informazioni durante la partita, il dubbio ti rimane e ti assale. La storia finì bene, ma quella situazione ci unì enormemente”. Ostacoli della vita e difficoltà nel quale emerge la forza del gruppo. Dove l’unione rende più facili le complessità e dove la forza dell’altro colma le mancanze temporanee del compagno: “In queste situazioni, come quella che sta vivendo ora il Bologna emerge la natura brutale della forza umana, quando noi ci sentiamo in pericolo esce fuori un’energia particolare, Ti vengono delle forze che non pensavi di avere. Il Bologna ha la forza del gruppo. Se noi vediamo la partita contro il Brescia succede qualcosa di strano. È come se la squadra abbia trovato energie che non sapeva di avere. Un qualcosa che non potevano fare prima, non avevano questo coraggio. Accetti e incassi però non sei finito fino a quando c’è speranza. Questo è il Bologna ora, rappresenta lo spirito di Mihajlovic in pieno”.
Sarà così una partita diversa rispetto a quella che sarebbe stata con il serbo in panchina. Più difficile per la Roma, un’altra sfida per il Bologna per rimanere imbattuto in campioanto. “La Roma però ora si diverte, fa tanti gol. Gli ultimi acquisti sono da top club”. Tra questi anche Mkhitaryan: “È arrivato e ha fatto capire subito il suo valore segnando". Come già successo in passato, come El Shaarawy, Ljajic, Chivu e Batistuta. Tutti in gol al debutto, nessuno però veloce come Sinisa. Un lampo il suo mancino in quella serata di agosto dell’Olimpico.
Bologna, Mihajlovic in panchina nonostante la malattia