Bodo, ancora tu? La volpe Knutsen e la rivincita di Mou: focus sugli avversari della Roma
“Ancora tu?” avrebbe cantato di sicuro Lucio Battisti. Ed è forse quello che per primo José Mourinho ha pensato davanti alla tv, mentre dall’urna del sorteggio di Conference League il Bodo/Glimt faceva capolino ancora una volta.
Il destino riapre le porte ai giallorossi: sì, perché ai quarti di finale della competizione, la cui andata è in programma oggi, Pellegrini e compagni potranno provare a vendicare quello che era stato nei gironi di qualificazione, non più tardi di tre mesi fa, quando il Bodo aveva messo in crisi la stagione degli uomini di José. È la seconda volta nella storia che la Roma incrocia nella fase a eliminazione una squadra già incontrata nei gironi europei: la prima, nel 2007/08 contro il Manchester United, non aveva portato benissimo ai giallorossi poi eliminati proprio ai quarti.
I precedenti
Il punteggio sembrava incredibile: 6-1. Il punto più basso della stagione romanista era arrivato proprio in Scandinavia, contro una squadra che ha saputo sorprendere tutti in tutta la competizione. "Le ferite restano sempre - ammise Mourinho dopo la sconfitta. Ho già parlato con i giocatori nello spogliatoio, sono stato onesto con loro. Sapevo che c'era una squadra con tanti limiti. Sulle spalle adesso avremo il peso di una sconfitta storica”. Una sconfitta che ha regalato con ogni probabilità alla squadra di Knutsen la consapevolezza che serviva per puntare all’Europa in tutt’altro modo. E così è stato: la squadra norvegese ha confermato il titolo di ammazzagrandi anche dopo il girone, eliminando il Celtic ai Playoff e poi anche l’AZ Alkmaar agli Ottavi di finale con una vittoria in casa e un pari in Olanda. E la Roma non era riuscita a batterli nemmeno al ritorno: all’Olimpico, infatti, finì 2-2, un risultato da migliorare già a partire dal prossimo 7 aprile.
Come gioca il Bodo/Glimt
Ormai una certezza il 4-3-3 per gli uomini di quella vecchia (ma nemmeno tanto) volpe di Kjetil Knutsen. Sognava la Champions, si è dovuto accontentare della Conference League, ma con tutti gli onori del caso e una formazione titolare per 9/11 norvegese, con la sola eccezione del russo Haikin tra i pali e di qualche islandese che appare qua e là, come Sampsted, o il danese Sery. Impossibile rinunciare davanti alla buona stella di Ora Solbakken, il norvegese che è già a quota 6 gol nella competizione e che già alla Roma ha lasciato più di un cattivo ricordo. Dietro di lui ci sono le 5 reti di Pellegrino e una squadra capace di attaccare a testa bassa per larga parte dei match. L’entusiasmo e la consapevolezza delle proprie qualità hanno trascinato il Bodo fino ai quarti della competizione.