Bocchetti, buona la prima: pressing e intensità, è tornato il "vecchio" Hellas

Lo aveva detto subito, nella conferenza stampa di presentazione: "Juric e Tudor mi hanno ispirato tanto, voglio un calcio di grande intensità". Detto, fatto. La prima di Salvatore Bocchetti sulla panchina del Verona si chiude con una sconfitta, ma per approccio e carattere i tifosi possono sorridere.  

Ottanta minuti di vero Hellas

E dire che di fronte non c'era un avversario qualunque: al Bentegodi si è presentato un Milan desideroso di ripartire dopo la sconfitta in Champions, obbligato a vincere per tenere il passo del Napoli che continua la sua marcia in testa al campionato. 

A rendere ancora più complicata la partita, un autogol sfortunato nei primi 10 minuti. Ma poco male: da lì in avanti, il Verona ha preso sempre più ritmo, arrivando spesso e volentieri a far paura a Tatarusanu. E trovando il gol del pareggio dopo pochi minuti, con un'azione di stampo "gasperiniano".

La deviazione di Gabbia è decisiva, ma il tiro di Gunter nasce dall'inserimento del braccetto difensivo di sinistra, spesso e volentieri proiettato in attacco a supporto dell'azione offensiva. Un compito che conoscono bene a Bergamo, ma anche a Verona stessa, dove per due anni in panchina si è seduto un altro allievo di Gasperini, Ivan Juric.

La scuola Gasp non tradisce

"I ragazzi hanno dato l'anima, questo è il Verona che tutti conosciamo, che la gente ha sempre amato e da cui la gente viene coinvolta" ha dichiarato nel post partita Bocchetti, che l'identità del club gialloblù la conosce bene. Un anno da calciatore tra 2019 e 2020, poi il ritorno, questa volta in panchina.

Dall'Under 18, Bocchetti ha fatto subito il salto come vice di Igor Tudor, uno che ai tifosi del Verona ha lasciato un ricordo indelebile. Una sola stagione, la scorsa, che è bastata per scrivere un pezzo di storia del club: record di gol e nono posto in classifica.

Un'esperienza che ha convinto l'Hellas che Salvatore fosse pronto al salto dopo pochi mesi sulla panchina della Primavera. Una scelta di continuità, per riportare l'identità Hellas in campo e fuori. Una vera e propria filosofia, dal modulo all'atteggiamento. Oggi, il Verona riparte da qui: difesa a uomo e tanti giocatori in attacco, grinta e determinazione. Per tornare a far paura a tutta la Serie A.

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