Adrenalina Bisoli: "Pronto per una nuova sfida". Da Diamanti a Spinazzola, quanti aneddoti...
L’energia che sprigiona Pierpaolo Bisoli sarebbe da quantificare, o più semplicemente studiare perché più unica che rara. "E’ pronto per tornare in panchina mister?". Che domande, ovvio. "Prontissimo. Ho voglia. Una voglia matta". Il motivo è uno solo. “Amo quello che faccio”. Lo fa da parecchio tempo, precisamente - come primo - dal 2005 quando allenava Diamanti al Prato. Ah, a proposito. Alino lo ha lanciato lui, sì. “E’ sicuramente uno dei giocatori più tecnici, più estrosi che io abbia mai avuto in squadra. Un talento disumano. Ricordo che in C2 voleva smettere e gli dicevo ‘arriverai in Serie A ad occhi chiusi’ e così fu. Poi nel 2011 me lo sono portato a Bologna e da lì è rifiorito conquistando la Nazionale e un trasferimento importante in Cina. Bisogna saperlo prendere, Ale. E’ un ragazzo splendido con cui ho un rapporto speciale”.
Pierpaolo Bisoli è schiettezza, sincerità, determinazione. Ma anche successi: 31 panchine in A, 215 in B e quattro (cinque compresi gli esordi a Foligno) promozioni in carriera tra Cesena e Padova. Un allenatore pratico che bada al sodo e… scova talenti. Non solo Diamanti. Gianluca Mancini ai tempi di Perugia è uno. “Ero convintissimo sarebbe arrivato in alto. Ricordo che inizialmente non giocava, fino a gennaio era entrato in campo davvero poco. Sarebbe potuto andar via col mercato invece il ragazzo, convinto nel lavoro che stavamo facendo insieme, è rimasto. ‘Posso migliorare, voglio conquistarmi il mio spazio col mister’, diceva. Il girone di ritorno è stato spettacolare, tredici partite bellissime. Si merita tutto quello che sta ottenendo”.
A Perugia c’era anche Spinazzola. “Lo prese il direttore, non lo conoscevo. Avrebbe dovuto fare la mezz’ala o l’esterno alto. Non mi convinceva. Gli dissi ‘o giochi terzino o secondo me non va…’ e lui rispose ‘non so fare le diagonali mister’ così ci siamo messi lì a ripeterle fino allo sfinimento. Poi… volava! Sono contento che sia alla Juventus, quando parte da dietro può essere devastante. Bravissimo anche Gasperini a completare il suo percorso di crescita”. Discorso simile anche per D’Alessandro, trasformato in un ‘quinto di centrocampo’.
Bisoli, a Cesena, ha fatto esordire in Serie B un giovane Moncini ma soprattuto ha puntato molto su Defrel. Totalmente ripagata sia chiaro. “Era giovane e un po’ sregolato. Aveva bisogno di alcune linee guida. Gli dissi di mangiare bene, soprattutto riso. E non schifezze. Una volta lo tolsi a fine primo tempo perché aveva una scarpa rotta ma non trovava quella di ricambio. Capì. Dopo ma capì. E’ un giocatore devastante, con me ha fatto la differenza e sono sicuro che continuerà a farla”. Ad oggi, Pierpaolo Bisoli, è in attesa della chiamata giusta da cui ripartire. Ma... “alleno comunque! Sai chi? I miei figli! Dimitri resterà al Brescia, Davide dopo una buona stagione al Classe in D cambierà. Corriamo quasi tutti i giorni, li distruggo”.
Scherzando, ma non troppo. “Ci sfidiamo in gare di tecnica, loro dicono di essere più bravi di me”. Tutto da verificare. Quello che non serve accertare è la carica di Bisoli, allenatore di un’energia - positiva - fuori dal comune.